Communicatio in sacris

In the Catholic Church, communicatio in sacris ("communion in sacred [things]"; also translated as "worship in common"[1]: n.8 ), also called communicatio in divinis ("communion in divine [things]") or communicatio in ritibus ("communion in rites"), designates the regulations for the partaking of a Catholic person to a non-Catholic sacrament or liturgical celebration, or for the partaking of a non-Catholic person to a Catholic sacrament or liturgical celebration.[2] The expression is also used to refer to said acts of partaking themselves.[3]

Communicatio in sacris is legislated mainly by two canons: canon 844 of the 1983 Code of Canon Law, and canon 671 of the Code of Canons of the Eastern Churches.[3]

  1. ^ Cite error: The named reference UR was invoked but never defined (see the help page).
  2. ^ Santus, Cesare (2019). "Introduzione generale". Trasgressioni necessarie : Communicatio in sacris, coesistenza e conflitti tra le comunità cristiane orientali. Bibliothèque des Écoles françaises d’Athènes et de Rome (in Italian). Rome: Publications de l’École française de Rome. pp. 1–27. doi:10.4000/books.efr.31792. ISBN 978-2-7283-1369-3. S2CID 247150419. Retrieved 2023-02-23. Communicatio in sacris (o in divinis o anche in ritibus) è il termine con cui la Chiesa di Roma ha inteso definire e contestualmente limitare o vietare qualunque genere di partecipazione di un cattolico alle celebrazioni liturgiche e ai sacramenti di un culto non cattolico. Lo stesso termine è usato, meno frequentemente, anche per il fenomeno inverso. Nel suo Dictionnaire de droit canonique Raoul Naz definisce il primo caso come communicatio in sacris «positiva» e il secondo come «negativa», distinguendo inoltre tra una pratica «attiva e formale», svolta cioè con l'intenzione di rendere un reale culto a Dio, ed una invece puramente «passiva e materiale», fatta solamente per ragioni di convenienza sociale o come manifestazione di buoni costumi tra le due parti13.
  3. ^ a b Ruyssen, Georges-Henri (2010). "Normativité particulière sur la communicatio in sacris". L'Année canonique (in French). LII: 99–133. doi:10.3917/cano.052.0099 – via Cairn.info.

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