L'Accademia degli Svegliati di Napoli (da non confondersi con l'omonima pisana) fu fondata nel 1586 da Giulio Cortese e, probabilmente, Ascanio Pignatelli. Fu la prima accademia napoletana ad aprire i battenti dopo la chiusura, per sospette attività antireligiose, dell'Accademia dei Segreti di Giambattista Della Porta.[1] Si riuniva in San Domenico Maggiore sotto la guida dell'archiaccademico Giulio Cortese (affiliato come "l'Attonito"). Il segretario era Tommaso Costo. Poté annoverare fra i suoi affiliati Giovan Battista Manso, Prospero Filomarino, Giovan Battista Marino, Ascanio Pignatelli, nonché Torquato Tasso.[2] Nel 1593 venne chiusa con un rescritto di Filippo II, per timore che vi si stessero intessendo trame contro lo Stato.
Un'idea delle attività che vi si svolgevano è offerta da alcuni scritti contenuti in Rime e prose del signor Giulio Cortese, detto l'Attonito, dell'Accademia degli Svegliati di Napoli (Napoli, Giuseppe Cacchi, 1592), fra i quali è anche un chiaro accenno alla natura neoterica dello stile letterario del fondatore, Giulio Cortese, definito dall'accademico Francesco Mauro, "nuovo" e teso a illustrare "concetti partoriti dal suo intelletto sopra luoghi propri, translati e topici di materie vestite di varietà di dire".
Circa la cultura filosofica dell'istituzione, va ricordato che il Cortese e il Manso ebbero documentati contatti con Tommaso Campanella, a Napoli già nel 1590, e che il Manso si dichiarava con orgoglio discepolo di Giambattista Della Porta.[3]
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