Agrippina maggiore

Agrippina maggiore
Busto di Agrippina maggiore (Museo archeologico, Istanbul)
Nome completoVipsania Agrippina
Nascita23 ottobre 14 a.C.
MorteVentotene, 18 ottobre 33
Luogo di sepolturaMausoleo di Augusto, Roma
DinastiaGiulio-claudia
PadreMarco Vipsanio Agrippa
MadreGiulia maggiore
ConsorteGermanico Giulio Cesare (4-19)
FigliNerone Cesare
Druso Cesare
Tiberio Cesare
Gaio Cesare
Gaio Cesare "Caligola"
figlia ignota
Agrippina minore
Giulia Drusilla
Giulia Livilla
(LA)

«[...] Agrippinam, cum decus patriae, solum Augusti sanguinem, unicum antiquitatis specimen appellarent, [...]»

(IT)

«[...] Agrippina, che chiamavano onore della patria, solo vero sangue d'Augusto, esempio unico delle antiche virtù, [...]»

Vipsania Agrippina (in latino Vipsania Agrippina; 23 ottobre 14 a.C.[1]Pandataria, 18 ottobre 33[2]), meglio conosciuta come Agrippina maggiore (Agrippina maior, per distinguerla dalla figlia Agrippina minore), è stata una nobildonna romana, appartenente alla dinastia giulio-claudia.

Figlia di Giulia maggiore, a sua volta figlia del primo imperatore romano Augusto, e del generale Marco Vipsanio Agrippa, Agrippina maggiore andò in sposa all'età di circa vent'anni a Germanico Giulio Cesare, figlio adottivo del futuro imperatore Tiberio, a sua volta figlio adottivo ed erede di Augusto. Di nobili natali, fu anche una moglie e madre molto attiva: seguì il marito nelle sue campagne militari in Germania Magna e in Siria, dandogli nove figli, sei dei quali sopravvissero fino all'età adulta. Tra questi figli, celebri sono il futuro imperatore Caligola e Agrippina minore, moglie dell'imperatore Claudio e madre dell'imperatore Nerone. Dopo essere stata una delle donne più importanti dell'impero, cadde in disgrazia in seguito alla prematura morte del marito, avvenuta nel 19. Agrippina finì per inimicarsi il suocero Tiberio e il suo prefetto del pretorio Seiano e, a causa delle trame di quest'ultimo, fu esiliata a Ventotene, dove morì all'età di circa quarantasette anni.

  1. ^ AE 1898, 140; Burns 2006, p. 41; Salisbury 2001, p. 3.
  2. ^ Tacito, Annales, VI, 25; Barrett 1998, p. 32; Burns 2006, p. 53; Powell 2015, p. 194; Sampoli 2003, XI, 183.

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