Alligator sinensis

Alligatore cinese
.
Intervallo geologico
. Pliocene - oggi[1]
Stato di conservazione
Critico[2]
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
PhylumChordata
ClasseReptilia
OrdineCrocodylia
FamigliaAlligatoridae
GenereAlligator
SpecieA. sinensis
Nomenclatura binomiale
Alligator sinensis
Fauvel, 1879
Sinonimi

Caigator sinensis
Deraniyagala, 1947[3]

Areale

L'alligatore cinese (Alligator sinensis Fauvel, 1879) (cinese semplificato 扬子鳄; cinese tradizionale: 揚子鱷; yáng zǐ è), noto anche come alligatore dello Yangtze[4], alligatore della Cina[2] o drago di fango[5], come era noto in passato, è un crocodilide in pericolo critico endemico della Cina. Assieme all'alligatore americano è una delle due specie esistenti di Alligator, un genere della famiglia degli Alligatoridi.

Nonostante compaia nella letteratura cinese già dal III secolo, al di fuori della Cina questa specie venne descritta per la prima volta nel XIII secolo. La descrizione ufficiale venne effettuata da Albert-Auguste Fauvel nel 1879, che battezzò la specie Alligator sinensis; anche se nel 1947 venne classificato in un genere a sé, Caigator, con il nome scientifico Caigator sinesis, Caigator sinensis è ora considerato un sinonimo di Alligator sinensis. Di colore variabile dal grigio scuro al nero e con il corpo interamente ricoperto di placche, l'alligatore cinese può raggiungere in età adulta i 150 cm di lunghezza e gli 80 kg di peso. Trascorre l'inverno in stato di quiescenza all'interno di gallerie sotterranee e in estate conduce un'esistenza notturna. Si riproduce agli inizi dell'estate e la femmina depone nella maggior parte dei casi 20-30 uova, più piccole di quelle di qualsiasi altro coccodrillo. Può vivere in media fino a 50 anni, ma alcuni esemplari in cattività hanno raggiunto i 70 anni. È un predatore opportunista che si nutre prevalentemente di pesci e invertebrati. È una specie vocale: gli adulti «muggiscono» durante la stagione degli amori e i piccoli emettono richiami per comunicare con i genitori e gli altri giovani.

L'areale dell'alligatore cinese, che vive per lo più in specchi d'acqua dolce, è oggi ristretto a sei piccole regioni nella provincia dell'Anhui, ma in passato era molto più esteso, arrivando a comprendere anche il Giappone; tuttavia, a partire dal 5000 a.C., una serie di fattori hanno portato alla continua riduzione dell'areale e alla diminuzione della popolazione. Negli anni '70 vivevano in natura circa 1000 esemplari, scesi a meno di 130 nel 2001; a partire dal 2003, comunque, la popolazione è in aumento e nel 2017 se ne contavano circa 300. Per cercare di salvare questa specie, classificata «in pericolo critico» dall'Unione internazionale per la conservazione della natura (IUCN), sono stati effettuati diversi programmi di conservazione. In alcuni centri di riproduzione, sia in Cina che in altri paesi, la specie si è riprodotta e in alcuni casi gli esemplari nati in cattività sono stati rilasciati in natura. L'alligatore cinese è stato associato al drago cinese dagli studiosi; molteplici somiglianze hanno portato ad ipotizzare che l'alligatore abbia fornito l'ispirazione per la creatura mitologica.

  1. ^ Masaya Iijima, Keiichi Takahashi e Yoshitsugu Kobayashi, The oldest record of Alligator sinensis from the Late Pliocene of Western Japan, and its biogeographic implication, in Journal of Asian Earth Sciences, vol. 124, 2016, pp. 94-101, Bibcode:2016JAESc.124...94I, DOI:10.1016/j.jseaes.2016.04.017.
  2. ^ a b (EN) Jiang, H. & Wu, X. (2018), Alligator sinensis, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  3. ^ Ziaobang Wu, Kaiya Zhou, Yiquan Wang e Weiquan Zhu, Complete mitochondrial DNA sequence of Chinese alligator, Alligator sinensis, and phylogeny of crocodiles, in Chinese Science Bulletin, vol. 48, n. 19, ottobre 2003, pp. 2050-2054, Bibcode:2003ChSBu..48.2050W, DOI:10.1360/03wc0076. URL consultato il 20 dicembre 2018.
  4. ^ The largest group of Chinese alligators released to the wild, in UNDP in China, 8 giugno 2016. URL consultato il 23 aprile 2017 (archiviato dall'url originale il 24 aprile 2017).
  5. ^ Tony Perry, San Diego Zoo gets two Chinese alligators in preservation effort, su Los Angeles Times, Ross Levinsohn, 4 luglio 2012. URL consultato il 9 dicembre 2018.

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