Anarchia

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L'anarchia (dal greco antico: ἀναρχία?, ἀν, senza + ἀρχή, principio o origine; o ἀν, senza + ἀρχός, sovrano o potere; o ἀν, senza + ἄρχω, comandare)[1][2][3] è la tipologia d'organizzazione sociale agognata dall'anarchismo, basata sull'ideale libertario di un ordine fondato sull'autonomia e la libertà degli individui, contrapposto a ogni forma di potere costituito, compreso quello statale[4]. L'anarchia, come proposta da Pierre-Joseph Proudhon, è un'organizzazione sociale che rimpiazza la proprietà (un diritto esclusivo di individui, gruppi, organizzazioni e stati) con il possesso (occupazione e uso); Proudhon rifiutò la violenza come mezzo rivoluzionario.[5]

Nella sua accezione contemporanea, l'anarchia nasce terminologicamente con gli scritti del filosofo politico, economista e sociologo francese Pierre-Joseph Proudhon nella prima metà del XIX secolo, affondando idealmente in concetti propri del pensiero di autori quali l'umanista e politico Tommaso Moro (Utopia), gli illuministi (Condillac[6], il Marchese de Sade[7], in parte Rousseau[8] e Diderot[9]) e lo scrittore e filosofo William Godwin. Contributori allo sviluppo del pensiero anarchico, quasi contemporanei a Proudhon, furono l'inventore, musicista, scrittore statunitense e filosofo individualista Josiah Warren, l'anarchico individualista Benjamin R. Tucker, il rivoluzionario e filosofo anarchico collettivista Michail Bakunin, lo scrittore Lev Tolstoj e, limitatamente ad alcuni sviluppi sopravvenuti nel secolo successivo, anche il filosofo egoista tedesco Max Stirner e il pedagogista spagnolo Francisco Ferrer y Guardia.

Le interpretazioni che gli storici, i politici e gli stessi anarchici danno dell'anarchia sono varie e ramificate. Nel corso della storia con anarchia non si individua un'univoca forma politica da raggiungere e soprattutto non si concordano necessariamente i mezzi politici da utilizzare, spaziando dalla nonviolenza al pacifismo e all'insurrezionalismo rivoluzionario. Tutto lo spettro anarchico ha tuttavia come nucleo ideologico centrale un elemento comune: la necessità dell'annullamento dello Stato o in ogni caso delle più incombenti forme di potere costituito. Tutti gli anarchici sono cioè concordi nel considerare l'abolizione del potere condizione necessaria e obiettivo finale dell'evoluzione sociale. L'annullamento del potere dello Stato non implica l'annullamento dell'organizzazione sociale, bensì l'evoluzione verso una società non gerarchica in cui spesso viene sostenuta anche l'abolizione della proprietà privata.

Le suddette interpretazioni implicano almeno dal punto di vista fattuale una gamma di movimenti e linee di pensiero che spaziano dall'anarco-pacifismo e l'anarchismo cristiano di Lev Tolstoj, all'anarco-comunismo di Pëtr Alekseevič Kropotkin, all'insurrezionalismo di Errico Malatesta, all'anarco-individualismo fino all'illegalismo, e ai movimenti anarchici contemporanei d'ogni genere, a volte slegati dalle teorie fondamentali e dal loro sviluppo storico.

Il termine anarchia era ed è a volte impropriamente utilizzato per descrivere il caos nel primigenio significato mitologico e situazioni di disordine sociale quindi di illegalità, spesso mutuando significati propri del caos inteso nel senso fisico di disordine entropico; un termine corretto utilizzabile, per distinguere l'anarchia dalla semplice mancanza di legge, è anomia. Per evitare questa confusione tra termine politico e gergale e per sfuggire a censure venne utilizzato contemporaneamente dal 1857 il termine libertario, coniato da Joseph Déjacque e subito utilizzato largamente in Francia aggirando la censura statale. Acrazia infine è analogo termine di uso francofono meno diffuso in lingua italiana. Anarchia, libertarismo (da non confondere con libertarianismo) e acrazia diventano quindi sinonimi a partire dalla seconda metà del XIX secolo, con sfumature relative al contesto e alle epoche. Con anarchia si intende la prospettiva politica e il progetto sociale mentre con anarchismo, in modo più stringente si intende la teoria in sé e il ramificato movimento concreto di lotta, che in gran parte si ritiene continuazione ideale dell'opera demolitrice dei vecchi ordini cominciata con la Rivoluzione francese, epurata dai relativi errori quali militarismo, nazionalismo e giacobinismo, descritti e criticati da Godwin nel saggio Giustizia politica.

  1. ^ anarchy | Search Online Etymology Dictionary, su etymonline.com. URL consultato il 4 settembre 2021.
  2. ^ anarchìa in Vocabolario - Treccani, su treccani.it. URL consultato il 4 settembre 2021.
  3. ^ Etimologia : anarchia;, su etimo.it. URL consultato il 4 settembre 2021.
  4. ^ Definizione estrapolata da Nicola Zingarelli, Lo Zingarelli 2009. Vocabolario della lingua italiana, Zanichelli, 2009.
  5. ^ Proudhon to Karl Marx, su marxists.org. URL consultato il 4 settembre 2021.
  6. ^ fondatore del sensismo
  7. ^ Scrittore erotico ma anche autore degli Opuscoli politici e del pamphlet Francesi, ancora uno sforzo se volete essere Repubblicani, nel quale propugna un utopismo anarchico estremistico
  8. ^ cfr. Il contratto sociale, che si apre con la celebre frase «L'uomo è nato libero ma ovunque è in catene».
  9. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore diderot

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