Armata del tesoro dei Ming

L'Armata del tesoro dei Ming - xilografia d'inizio XVII secolo, ed. in (EN) Evan Hadingham, Ancient Chinese Explorers, NOVA/PBS, 2001.
Rotta seguita dall'Armata del tesoro dei Ming (spec. Settima armata del tesoro).

L'armata del tesoro dei Ming (zh 下番官軍T, Xiafan GuanjunP, lett. "Armata di spedizione straniera")[1] era la flotta organizzata dall'Impero cinese della Dinastia Ming e spedita, in sette viaggi effettuati tra il 1405 e il 1433, in India e oltre attraverso il Mar Cinese Meridionale. Della flotta facevano parte speciali giunche chiamate appunto "navi del tesoro", costruite per la prima volta per volontà dell'imperatore Yongle (r. 1402–14). Il comando della flotta, in tutte le spedizioni, fu affidato all'ammiraglio Zheng He, l'eunuco che aveva supportato Yongle nella sua usurpazione. Sei dei viaggi avvennero durante il regno di Yongle mentre il settimo fu promosso dal suo erede Xuande (r. 1425–1435). I primi tre viaggi raggiunsero Kozhikode (Calicut), sulla costa indiana del Malabar, mentre il quarto viaggio arrivò ad Ormuz, nel Golfo Persico. Negli ultimi tre viaggi, la flotta navigò fino alla Penisola arabica e all'Africa orientale.

La flotta Ming era pesantemente militarizzata poiché trasportava grandi quantità di tesori volte a proiettare il potere e la ricchezza cinesi nel mondo conosciuto. Nel corso dei viaggi, diverse imprese belliche furono pertanto possibili: la distruzione della flotta pirata di Chen Zuyi a Palembang, la conquista il regno singalese Kotte di re Alekeshvara e la sconfitta delle forze di Sekandar, pretendente al Sultanato di Pasai nel nord di Sumatra. La flotta riportò in patria ambasciatori stranieri i cui sovrani erano disposti a dichiararsi tributari della Cina, inserendo quindi molti nuovi paesi nel sistema tributario e nella sfera d'influenza Ming, incorporandoli nel più grande "ordine mondiale" del Celeste Impero. I cinesi ristrutturarono e stabilirono così il controllo su una vasta rete marittima che creò una "macroregione" i cui paesi divennero interconnessi a livello economico e politico.

Le armate del tesoro Ming erano comandate e supervisionate dagli eunuchi di corte dell'imperatore. All'interno del sistema statale imperiale dei Ming, i funzionari civili erano i principali oppositori politici degli eunuchi e la fazione opposta alle spedizioni. Verso la fine del periodo dei viaggi marittimi, il governo civile prese il sopravvento all'interno della burocrazia statale e gli eunuchi gradualmente caddero in disgrazia dopo la morte di Yongle e persero la loro autorità su simili iniziative di larga scala. La fine delle armate del tesoro fu provocata anche dagli interessi economici dell'élite contraria al controllo statale sul commercio, poiché l'impresa marittima era stata la chiave per controbilanciare gran parte del commercio privato localizzato che ha attirato l'inimicizia delle autorità che hanno beneficiato di tale commercio.

Grazie a queste spedizioni al principio del XV secolo, la Cina dei Ming divenne la principale potenza navale del globo, proiettando la sua forza a sud e ad ovest. C'è ancora molto dibattito su questioni quali l'effettivo scopo dei viaggi, le dimensioni delle navi, la grandezza della flotta, le rotte percorse, le carte nautiche utilizzate, i paesi visitati e il carico trasportato.

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