Assedio di Agrigento (406 a.C.)

Battaglia di Selinunte
parte guerre greco-puniche
Data406 a.C.
LuogoAgrigento
EsitoVittoria punica; Agrigento saccheggiata
Schieramenti
Comandanti
Effettivi
120 triremi
120 000 uomini (Diodoro[1])
40000 uomini
40 triremi
Perdite
più di 6000 uominiSconosciute
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L'assedio di Agrigento durò otto mesi dell'anno 406 a.C. e vide contrapposti i siracusani e gli agrigentini, guidati dai generali Dafneo e Dessippo, contro i soldati cartaginesi guidati da Annibale Magone, della dinastia dei Magonidi, e Imilcone, degli Annoni. L'esercito cartaginese assediò la città di origini doriche Agrigento come vendetta degli attacchi greci alle colonie puniche in Sicilia. Il consiglio della città aveva richiesto di respingere i Cartaginesi fino all'arrivo dei rinforzi provenienti da Siracusa che sconfissero una parte degli assedianti e li costrinsero alla ritirata.

Durante l'assedio, Annibale e un gran numero di soldati cartaginesi morirono di peste e i sopravvissuti vivevano in dure condizioni dopo l'ordine dei greci di tagliare le rotte di rifornimento del nemico. Comunque, i Cartaginesi, lasciati a Imilcone, parente di Annibale, ordinò di catturare i convogli di rifornimenti greci marini per mezzo della flotta cartaginese in servizio, che costrinse i greci ad affrontare a loro volta la minaccia di morire di fame. Questo causò il disgregamento tra i greci di Sicilia: la maggior parte della popolazione di Agrigento lasciò la città, consentendo ai Cartaginesi di catturarla e saccheggiarla.

  1. ^ Non più di 40000 per i moderni, sulla questione cfr. Kern Paul B., Ancient Siege Warfare, p. 168.

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