Assedio di Torino

Assedio di Torino
parte della guerra di successione spagnola
Progetto francese di attacco a Torino
Data14 maggio - 7 settembre 1706
LuogoTorino, Piemonte
EsitoVittoria austro-sabauda
Schieramenti
Comandanti
Effettivi
Durante l'assedio
44 000 uomini
110 cannoni d'assedio, 59 mortai e 62 pezzi da campagna

Durante la battaglia
44 000 uomini
Durante l'assedio
10 500 uomini (51 di essi sono soldati minatori)

4 000 della Milizia Urbana

226 cannoni e 28 mortai

Durante la battaglia
30 000 uomini
Perdite
29 500
Assedio: 14 000 tra morti e feriti
Battaglia: 7 000
  • 2 000 morti
  • 1 800 feriti
  • 3 200 prigionieri
  • 186 cannoni
Dopo la battaglia: 8 500 tra morti, feriti, prigionieri e dispersi
8 246
Assedio: 5 000
  • 3 000 morti e feriti
  • 2 000 dispersi

Battaglia: 3 246

  • 944 morti
  • 2 302 feriti
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L'assedio di Torino ebbe luogo nel 1706 durante la Guerra di successione spagnola[1]. Oltre 44 000 soldati francesi accerchiarono la cittadella di Torino difesa da circa 10.500 soldati sabaudi che combatterono dal 14 maggio fino al 7 settembre, quando l'esercito imperiale, comandato dal Principe Eugenio di Savoia e dal duca Vittorio Amedeo II, dopo aver attraversato l'intera pianura Padana ingaggiò battaglia e costrinse i nemici a togliere l'assedio[1].

L'assedio durò centodiciassette giorni; a conclusione della guerra, con la firma del Trattato di Utrecht del 1713 e Rastadt dell'anno successivo[2], Vittorio Amedeo II, duca di Savoia, divenne il primo re della sua dinastia.

Per le rilevanti dimensioni ed importanza della città (una delle pochissime capitali d'Europa cui sia mai stato posto un assedio scientificamente studiato), ebbe grande risonanza internazionale.

Alcuni storici considerano l'assedio di Torino l'evento che segna l'inizio del Risorgimento.

  1. ^ a b comune.torino.it-1706. L’assedio di Torino (PDF), su comune.torino.it. URL consultato il 19 gennaio 2011 (archiviato dall'url originale il 27 agosto 2018).
  2. ^ La battaglia di Torino, su ssbernardobrigida.it. URL consultato il 19 gennaio 2011 (archiviato dall'url originale il 12 gennaio 2009).

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