Aulico siciliano

L'aulico siciliano è una lingua di tradizione cancelleresca utilizzata nel Regno di Sicilia in epoca medievale. Fece la sua comparsa in epoca normanna ed ebbe un notevole impulso soprattutto a partire dalla dinastia sveva, e in particolar modo durante il regno di Federico II; il quale si distinse nel sostenere il primato sul latino del volgare siciliano, incentivantone l'utilizzo in prosa e nella poesia.[1]

Il cancelliere aulico (supremo) alla corte del mecenate Federico II, Re di Sicilia, presso il palazzo della Favara di Palermo dove soleva ricevere letterati, artisti e studiosi siciliani.

Comunemente usata dai letterati siciliani nelle trattazioni umanistiche fin dal XIII secolo, l'aulico siciliano conobbe il suo periodo più florido attraverso la Scuola siciliana, la quale gettò le basi stilistiche per l'utilizzo di un volgare comune a tutta la Penisola, oltrepassando i confini della Sicilia e influenzando significativamente gli ambienti toscani relativi allo Stilnovismo.[2]

L'uso del volgare siciliano, allo stesso modo di tutti gli altri volgari italiani, andò gradualmente scemando nei secoli posteriori in favore del volgare toscano, pur conservando comunque una significativa vitalità letteraria e poetica fino alla metà del XVI secolo quando, per volontà degli stessi letterati locali, tanto a Napoli come in Sicilia, così come nei restanti Stati italiani preunitari, l'italiano - che ormai aveva cessato da tempo di essere identificato come toscano - divenne lingua ufficiale e amministrativa (con l'unica eccezione del Regno di Sardegna insulare, dove l'italiano assunse tale posizione a partire dal XVIII secolo);[3] avvenimento che non porrà comunque fine alla produzione letteraria in aulico siciliano, lingua che - oltre a conservare la propria egemonia nel parlato attraverso le sue diverse varietà vernacolari - persisterà con una discreta produzione di opere letterarie anche nei secoli posteriori.

  1. ^ G. Alfieri, Norma siciliana e osservanza toscana secondo C. M. Arezzo,da "Centro Studi Filologici e Linguistici Siciliani" , vol.15, 1986; Claudio Maria Arezzo, nello scritto Osservantii di la lingua siciliana e canzuni in lo proprio idioma, sosteneva il primato del siciliano sulle altre lingue - consultati nel dicembre 2010
  2. ^ Enciclopedia Treccani: Scuola poetica siciliana, su treccani.it.
  3. ^ Encicloepdia Treccani: Storia della lingua italiana, su treccani.it.

© MMXXIII Rich X Search. We shall prevail. All rights reserved. Rich X Search