Banu Hamdan

I Banū Hamdān (in arabo ﺑﻨﻮ هَمْدان?) furono una nota tribù sudarabica presente fin dal I millennio a.C. in Yemen, come attestato da iscrizioni sabee, in cui si parla di qayl di, che avrebbero in seguito preso il controllo su una parte di e che dettero il loro nome alla confederazione tribale che includeva gli Ḥāshid e i Bakīl.[1]

Nella jāhiliyya adoravano, come autorevolmente sottolineato da T. Fahd,[2] l'idolo Yaʿūq (e non Yaghūth, come affermato da qualche altro studioso), anche se lo stesso Fahd ricordava come i due nomi stessero probabilmente a indicare due aspetti di una medesima divinità: Yāqūt infatti scriveva che Yaghūth presiedeva alla caduta della pioggia, mentre Yaʿūq la impediva.[3]

Inviarono a Medina una loro delegazione (wafd) nel 631, condotta dal loro noto esponente, il poeta Mālik b. Namaṭ e da Abū Thawr Dhū l-Mishʿār, che rappresentava probabilmente solo una parte della tribù, visto che la maggior parte di essa accettò di sottomettersi all'Islam e a convertirsi solo in occasione della spedizione effettuata nei loro territori da 'Ali ibn Abi Talib, alla cui causa gli Hamdān rimasero poi sempre fortemente legati.

Alla tribù appartenne il geografo al-Hamdānī (m. 945), che ha fornito le più importanti e affidabili informazioni sullo Yemen tra l'età preislamica e quella islamica.

  1. ^ Andrey Korotayev, Pre-Islamic Yemen, Wiesbaden, Harrassowitz Verlag, 1996. ISBN 3-447-03679-6.
  2. ^ Toufic Fahd, Le panthéon de l'Arabie centrale à la veille de l'Hégire, Parigi, Paul Geuthner, 1968, p. 195.
  3. ^ Apud Fahd, op. cit., p. 194.

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