Barriera di separazione israeliana

Tracciato della "Barriera di separazione" approvato nel luglio 2006 ma suscettibile di modifica.

La barriera di separazione israeliana (in ebraico: גדר ההפרדה, o חומת ההפרדה o anche גדר הביטחון, rispettivamente "barriera di separazione" o "muro di separazione"; in arabo جدار إسرائيلي عازل?, "barriera di separazione israeliana", in inglese: security fence, "chiusura di sicurezza") è un sistema di barriere fisiche costruito da Israele in Cisgiordania a partire dalla primavera del 2002.[1] Si estende su un controverso tracciato di 730 km ridisegnato più volte a causa di pressioni internazionali e consiste per tutta la sua lunghezza in un'alternanza di muro e reticolato con porte elettroniche.

Se lo Stato di Israele lo considera un mezzo di difesa dal terrorismo, i palestinesi lo ritengono uno strumento di segregazione razziale, tantoché, mentre il primo si riferisce ufficialmente ad esso come "chiusura di sicurezza israeliana" o "barriera antiterrorista" o "muraglia di protezione" o "muro salvavita", i secondi lo chiamano "muro dell’apartheid" o "muro della vergogna" o "muro dell'annessione" o usano l'espressione araba jidār al-faṣl al-ʿunṣūrī, che può significare tanto "muro di separazione razziale" quanto "muro di separazione razzista". L'ONU e la comunità internazionale utilizzano più frequentemente il termine "muro", ma anch'essi utilizzano in alternativa "chiusura", "barriera", "separazione" e "sicurezza".


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