Battaglia di Charleroi

Battaglia di Charleroi
parte della battaglia delle Frontiere nella prima guerra mondiale
Fanteria tedesca in azione tra edifici e recinzioni durante i combattimenti
Data21-23 agosto 1914
LuogoCharleroi, Belgio
EsitoVittoria tedesca
Schieramenti
Comandanti
Effettivi
384.000 soldati[1]
1.422 cannoni[2](di cui 400 impiegati contro la fortezza di Namur)
300.000 soldati[3]
800 cannoni[4]
Perdite
4.800 morti o dispersi e 11.100 feriti (dati riferiti al periodo 20-30 agosto)[5]dati completi non disponibili; 6.000-7.000 morti o dispersi[6]
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La battaglia di Charleroi, nota anche come prima battaglia della Sambre (nella storiografia in tedesco Schlacht bei Namur[7]), fu combattuta dal 21 al 23 agosto 1914, tra le forze francesi e tedesche durante la battaglia delle Frontiere all'inizio della prima guerra mondiale. L'armata francese del generale Charles Lanrezac, inviata dall'alto comando verso il fiume Sambre per proteggere le previste offensive principali francesi nelle Ardenne e in Lorena, venne attaccata da forze preponderanti tedesche impegnate a loro volta nell'offensiva generale attraverso il Belgio secondo il piano Schlieffen.

I francesi, dopo aver subito pesanti attacchi attraverso la Sambre e la Mosa, tentarono di contrattaccare sferrando una serie di assalti frontali secondo le tattiche aggressive adottate dall'Esercito francese prima della guerra, ma la superiore potenza di fuoco dei tedeschi inflisse perdite molto elevate alle truppe francesi che dovettero infine ripiegare per evitare di essere accerchiate e distrutte dalle armate nemiche. La sconfitta provocò la ritirata generale dell'ala sinistra francese in direzione di Parigi e della Marna. Nelle stesse giornate più a ovest le truppe britanniche del British Expeditionary Force furono impegnate nella battaglia di Mons; dopo un'aspra resistenza anche i britannici si ritirarono per mantenere la coesione con le truppe francesi.

  1. ^ Herwig,  pp. 156 e 160.
  2. ^ Herwig,  pp. 119 e 160.
  3. ^ Baldin/Saint-Fuscien,  p. 78.
  4. ^ Baldin/Saint-Fuscien,  p. 83.
  5. ^ Herwig,  pp. 156 e 168.
  6. ^ Baldin/Saint-Fuscien,  p. 117.
  7. ^ Baldin/Saint-Fuscien,  p. 84.

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