Battaglia di Marengo

Battaglia di Marengo
parte della campagna d'Italia (1800) e della guerra della Seconda coalizione
Il decisivo contrattacco francese avvenuto durante la battaglia di Marengo (dipinto di Louis-François Lejeune)
Data14 giugno 1800
LuogoMarengo
EsitoVittoria decisiva francese[1][2]
Schieramenti
Comandanti
Effettivi
32 000 uomini[3] e 30 cannoni31 000 uomini e 100 cannoni[4]
Perdite
7 000 morti, feriti e dispersi[5]6 000 morti e feriti, 8 000 prigionieri e 40 cannoni[5]
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La battaglia di Marengo fu combattuta il 14 giugno 1800 nel corso della seconda campagna d'Italia, durante la guerra della seconda coalizione, tra le truppe francesi dell'Armata di riserva, guidate dal Primo console Napoleone Bonaparte, e l'esercito austriaco, comandato dal generale Michael von Melas.

La battaglia si svolse a est del fiume Bormida nei pressi dell'attuale Spinetta Marengo, nel territorio della Fraschetta, nell'odierna provincia di Alessandria. Lo scontro iniziò di primo mattino con l'attacco a sorpresa degli austriaci, che mise in grave difficoltà Bonaparte; le truppe francesi, dopo una strenua resistenza, sembravano condannate alla disfatta; quando la sconfitta appariva inevitabile, l'arrivo nel pomeriggio dei reparti di rinforzo guidati dal generale Louis Desaix, mortalmente ferito nella fase culminante dello scontro, permise a Bonaparte di contrattaccare e sbaragliare il nemico. Alla fine della giornata il Primo console aveva ottenuto una grande vittoria con l'esercito austriaco in rotta a ovest del Bormida; il giorno seguente il generale von Melas chiese l'armistizio.

La battaglia divenne subito uno degli eventi più importanti della leggenda napoleonica[6] ed ebbe un'influenza decisiva dal punto di vista militare, ripristinando il predominio francese in Italia, e dal punto di vista politico, consolidando definitivamente il prestigio e il potere del Primo console Bonaparte in Francia sulla scia del colpo di Stato del 18 brumaio.[7] Marengo fu, infatti, la prima vittoria di Napoleone come capo di Stato.

Nel commento dello storico Jacques de Norvins, autore di una Storia di Napoleone, si trattò di una vittoria fondamentale: «Così una sola battaglia vinta dopo dodici ore d'una ritirata offensiva, ma perigliosa, ha nuovamente posto sotto l'influenza della Francia, la Lombardia, il Piemonte, la Liguria e le dodici piazze fortificate che difendono tali Stati».[8]

  1. ^ (EN) Brauer e William E. Wright, Austria in the Age of the French Revolution: 1789-1815, Berghahn Books, 1º dicembre 1990, p. 34, ISBN 978-1-57181-374-9. URL consultato il 21 aprile 2013.
  2. ^ (EN) Holger Afflerbach e Hew Strachan, How Fighting Ends: A History of Surrender, Oxford University Press, 26 luglio 2012, p. 215, ISBN 978-0-19-969362-7. URL consultato il 17 aprile 2013.
  3. ^ Chandler 2006, p. 385.
  4. ^ Chandler 2006, p. 380.
  5. ^ a b Chandler 2006, p. 386.
  6. ^ Hollins 2000, p. 606.
  7. ^ Hollins 2000, pp. 605-606.
  8. ^ La battaglia di Marengo nelle pagine di Jacques de Norvins, su studinapoleonici.altervista.org, 26 novembre 2015. URL consultato il 28 ottobre 2022.

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