Battaglia di Solferino e San Martino

Battaglia di Solferino e San Martino
parte della seconda guerra d'indipendenza
Napoleone III studia il campo di battaglia
Data24 giugno 1859
LuogoLombardia, a sud del lago di Garda (vedi coordinate in testa alla voce)
EsitoVittoria franco-piemontese
Schieramenti
Comandanti
Effettivi
97.000
Bandiera dell'Italia 37.000[1]
Bandiera dell'Impero austriaco 131.000[1]
Perdite
1.622 morti, 8.530 feriti, 1.518 dispersi e prigionieri
Bandiera dell'Italia 869 morti, 3.982 feriti, 774 dispersi e prigionieri
Bandiera dell'Impero austriaco 2.292 morti, 10.807 feriti, 8.638 dispersi e prigionieri
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La battaglia di Solferino e San Martino venne combattuta il 24 giugno 1859 in Lombardia nel contesto della seconda guerra d'indipendenza italiana dall'esercito austriaco da un lato e da quello francese e piemontese dall'altro. Vide la sconfitta dell'Austria che con essa perse la guerra e la Lombardia. Viene ricordata in Italia come primo concreto passo verso l'unità nazionale[2] e in tutto il mondo per aver ispirato a Henry Dunant l'idea della Croce Rossa Internazionale.

I tre eserciti erano comandati dai rispettivi sovrani: Napoleone III per la Francia, Vittorio Emanuele II per il Regno di Sardegna (ufficialmente alle dipendenze dell'imperatore francese) e Francesco Giuseppe per l'Austria.

I due eserciti alleati combatterono insieme e i piemontesi formarono l'ala sinistra dello schieramento. Tuttavia, la storiografia post-risorgimentale separò l'azione dei piemontesi isolandola come un evento a sé stante al quale si diede il nome di battaglia di San Martino.[3] Oggi si riconosce l'unità dell'evento, benché in Italia resti la denominazione di battaglia di Solferino e San Martino. Altrove è invece conosciuta come battaglia di Solferino.

Fu la prima grande battaglia dopo quelle napoleoniche, avendovi preso parte, complessivamente, 235.000 uomini circa. Il fronte dello scontro si estese dal lago di Garda fino a Castel Goffredo per circa 20 km. La vittoria alleata fu determinata principalmente dall'impiego oculato del corpo d'élite della Guardia, da un uso migliore della cavalleria e dall'impiego dei nuovi cannoni a canna rigata francesi, più precisi e potenti di quelli austriaci.

  1. ^ a b Schneid, p. 96.
  2. ^ Cipolla, p. 18.
  3. ^ Scardigli, p. 290.

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