Brigantaggio postunitario italiano

Brigantaggio postunitario
Elementi della banda del brigante Agostino Sacchitiello di Bisaccia, uno dei luogotenenti di Carmine Crocco (foto del 1862).
Data1860 - 1870
Luogoprovince continentali dell'ex Regno delle Due Sicilie
Causaribellione contro il governo italiano per cause economiche, sociali e politiche
Esitovittoria del Regno d'Italia
Schieramenti
Comandanti
Effettivi
Le forze del Regno d'Italia nel periodo del massimo impegno furono (su un organico totale di circa 250.000):

Forze pontificie

85.000 uomini in tutto il periodo, divisi in:
  • Diverse bande, non coordinate tra loro e composte ognuna dai 5 ai 900 guerriglieri.
  • Numero imprecisato di civili, senza appartenenza diretta alle bande armate.
Perdite
Stime che arrivano a circa 8.000 militari del Regno d'Italia morti, fra:
  • Caduti in combattimento o uccisi dopo esser stati catturati
  • Morti per ferite o malattie

Numero imprecisato di cittadini uccisi in quanto liberali o unitari.

Milizie papaline: 42 morti e 23 feriti
Accertate, nel il decennio 1860-1870, intorno alle 20.000 unità,[8] secondo alcune stime al rialzo arriverebbero a 50.000 considerando detenuti all'ergastolo e detenuti a varie pene detentive[non chiaro].
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«Per quanto io sappia, anche le monarchie più potenti non sono riuscite a estirpare del tutto il brigantaggio dal reame di Napoli. Tante volte distrutto, tante volte risorgeva; e risorgeva spesso più poderoso. […] Come le cause non erano distrutte, né si poteva ogni repressione era vana.»

Con brigantaggio post-unitario italiano, nel linguaggio storiografico o risorgimentale si identifica una forma di brigantaggio (spesso associato a fenomeni di banditismo armato ed organizzato) un tempo attiva nei territori del Mezzogiorno italiano precedentemente amministrati dal Regno delle Due Sicilie. Benché fosse già presente negli stati italiani preunitari, il brigantaggio meridionale assunse connotati tipici durante il Risorgimento, in special modo in seguito alla realizzazione dell'Unità d'Italia.

Va evidenziato che il brigantaggio postunitario interessò quasi esclusivamente i territori meridionali continentali ex-borbonici, mentre in pratica non si verificò nei territori di tutti gli altri Stati preunitari italiani annessi al Regno di Sardegna sabaudo per formare l'Italia unita durante il Risorgimento; tale diversità di avvenimenti e condotte è sintomatica delle profonde differenze, già esistenti nel 1861, tra il nord ed il centro della penisola da un lato, ed il sud Mezzogiorno dall'altro. Tale divario sarebbe stato in seguito compendiato nella locuzione "questione meridionale", fonte di discussioni e di dibattito ancora oggi, né definita unanimemente nelle sue cause dagli storici e studiosi, nonché oggetto del dibattito nelle interpretazioni revisionistiche del Risorgimento.

  1. ^ a b Solo nello Stato Pontificio
  2. ^ a b Memorie di un ex Capo-Brigante: "libero e fidele"/ Ludwig Richard Zimmermann. Traduzione note e commento di Erminio de Biase
  3. ^ a b c http://www.carabinieri.it/arma/curiosita/non-tutti-sanno-che/b/brigantaggio
  4. ^ M.Monnier - Notizie storiche documentarie sul brigantaggio nelle province napoletane dai tempi di fra Diavolo sino ai nostri giorni aggiuntovi l'intero Giornale di Borges finora inedito, Firenze, Gaspero Barbèra, 1862 (166 p.)
  5. ^ Sostegno revocato dal 1865 ca.
  6. ^ La mobilitazione legittimista contro il Regno d'Italia: la Spagna e il brigantaggio meridionale postunitario
  7. ^ Si veda il capitolo "Lotta al brigantaggio e controllo del mezzogiorno", in Gianni Oliva, Soldati e ufficiali, Milano, Mondadori, 2009 (testo parzialmente disponibile anche su Google Libri).
  8. ^ P.Ciocca, pp. 9-21.
  9. ^ Francesco Saverio Nitti, Eroi e briganti, Edizioni Osanna Venosa, 1987 [1899], pp. 9-33.
  10. ^ Francesco Saverio Nitti, Eroi e briganti, 1899, pp. 9-33.

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