Calculi

Calculi da Susa del Periodo di Uruk (Museo del Louvre)
Calculi da Susa del Periodo di Uruk (Museo del Louvre)

I calculi (in latino, 'sassolini') sono piccoli oggetti di terracotta modellati e usati nel Vicino Oriente antico a partire dal Neolitico. I più antichi esemplari risalgono alla metà del X millennio a.C.[1] Il loro uso si espanse alla fine del IV millennio a.C. Gli esemplari più tardi di calculi risalgono alla metà del I millennio a.C. e sono stati rintracciati a Tushan (Ziyaret Tepe), un centro neo-assiro nell'Anatolia sud-orientale.[2] Erano modellati a mano e misurano 1-3 centimetri.[3]

Non esiste unanimità sulla corretta interpretazione di questi manufatti.[4] L'ipotesi più accreditata, avanzata negli anni settanta del Novecento dall'archeologa francese Denise Schmandt-Besserat e oggetto di critiche fin dal suo apparire, è che questi oggetti fossero usati (in fase protostorica e forse fin dall'inizio) con funzione contabile. In particolare, i calculi sarebbero stati adottati in quella fase di passaggio da una società egualitaria, fatta di nomadismo e di caccia e raccolta, alla sedentarizzazione e alla formazione di villaggi agricoli più o meno stabili e gerarchizzati.[5]

I calculi (talvolta indicati come contrassegni o con il termine inglese tokens, 'gettoni') ebbero, secondo Schmandt-Besserat, un ruolo fondante nella iniziale messa a punto della scrittura proto-cuneiforme e quindi della scrittura cuneiforme e della scrittura in generale. Proprio il legame tra i calculi ed i logogrammi della scrittura proto-cuneiforme ha permesso di interpretare il significato di alcuni token.[3] È considerato certo che i calculi, a partire dalla metà del IV millennio a.C., svolgessero una funzione simile, se non identica, a quella della scrittura, ma l'interpretazione offerta da Schmandt-Besserat dell'evoluzione dei segni (dai calculi tridimensionali agli stessi calculi impressi su argilla, fino ai segni che avrebbero imitato quelle impressioni, divenendo quindi scrittura proto-cuneiforme e poi cuneiforme) è stata criticata da diversi studiosi dell'origine della scrittura.[1]

Alcune liste lessicali sumero-accadiche elencano forse tali calculi tra altri strumenti di computo e registrazione contabile. Se così fosse, il termine sumero per indicare i calculi era imna ('pietra di argilla').[6]

  1. ^ a b Bennison-Chapman, p. 239.
  2. ^ Maiocchi, p. 402.
  3. ^ a b Schmandt-Besserat et al. 2001.
  4. ^ Maiocchi, p. 399.
  5. ^ Bennison-Chapman, pp. 233-235.
  6. ^ Lieberman, p. 339.

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