Calligrafia araba

La firma stilizzata (tughra) del sultano Maḥmūd II dell'Impero ottomano fu scritta in un intreccio calligrafico particolare. Il testo dice: Maḥmūd Khān, figlio di ʿAbd al-Ḥamīd, il Sempre Vittorioso.

L'arte calligrafica araba è l'arte di scrivere in maniera codificata ed esteticamente ricercata usando l'alfabeto arabo o alfabeti di sua derivazione (persiano, turco osmanli, ecc.). L'arte della calligrafia è particolarmente considerata nell'Islam, ed è per questo che alcuni usano parlare anche di calligrafia islamica.

Non bisogna però dimenticare che, se la scrittura è stata un mezzo importante per la preservazione e la diffusione del Corano, la calligrafia araba ha storicamente trovato vasto uso anche in ambiti non strettamente religiosi, come ad esempio l'elaborazione di sigle calligrafiche per usi di cancelleria.

Durante tutta la storia dell'Islam, il lavoro dei calligrafi venne ricercato e apprezzato. Data la convinzione che l'arte figurativa fosse una forma di idolatria, la calligrafia e le rappresentazioni astratte divennero i principali mezzi di espressione artistica nelle culture islamiche[1].

La calligrafia araba, persiana e turco-ottomana è strettamente collegata con l'arte geometrica islamica (l'arabesco): i disegni sulle mura e sulle pareti delle moschee trovano corrispondenza con quelli sulle pagine. Gli artisti contemporanei del mondo islamico sfruttano tuttora l'eredità dell'arte calligrafica per inserire iscrizioni o figure astratte nelle loro opere, o per creare opere calligrafiche vere e proprie.

  1. ^ Bloom (1999), p. 222.

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