Cazzo

«Non mi dir più che m'abbia cura, perché son guarito e sano come un pesce in grazia dell'aver fatto a modo mio, cioè non aver usato un cazzo di medicamenti

Francesco Urbini, dettaglio da Testa de cazi, su maiolica (1536)

Cazzo è una parola della lingua italiana di registro colloquiale basso che indica, in senso proprio, il pene. Non è un semplice sinonimo del termine anatomico, bensì rappresenta una forma dell'espressività letteraria e popolare. Talvolta nella lingua parlata può essere utilizzato per il compiacimento nell'uso di un termine proibito o di registro eccessivo, il che non può essere reso dal semplice uso di «pene!».[1] Il termine è usato piuttosto spesso nella lingua parlata anche senza correlativo semantico, con la funzione linguistica di "rafforzativo del pensiero", ovvero come un intercalare con funzione emotiva per rendere un'espressione colorita o enfatica. L'uso come intercalare sembra essere più diffuso in Italia che nel Canton Ticino.[2] Viene frequentemente usato anche come sinonimo o rafforzativo di "niente", "nessuno" o per indicare cosa di scarsa o nessuna importanza.[3]

Presumibilmente di origine lombarda ma in uso già nella letteratura in italiano in periodo rinascimentale,[4] ha il suo omologo femminile in fica (o figa), frutto della stessa selezione fra le definizioni locali regionali.

  1. ^ Galli de' Paratesi 1964, p. 7. «si usano le parole proibite in una sorta di iperuso (es. esclamazioni come cazzo!...».
  2. ^ Sandro Bianconi, Lingua matrigna: italiano e dialetto nella Svizzera italiana, Bologna, Il mulino, 1980, p. 174, SBN IT\ICCU\SBL\0296296.
  3. ^ Cazzo, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Modifica su Wikidata
  4. ^ Borneman 1988, p. 128. L'autore cita Machiavelli, Lettere.

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