Ciriaco d'Ancona

Il ritratto di Ciriaco di Benozzo Gozzoli (Palazzo Medici-Riccardi, Firenze)

Ciriaco Pizzecolli, o de' Pizzicolli, noto come Ciriaco d'Ancona (Ancona, 31 luglio 1391Cremona, 1452), è stato un archeologo, umanista, epigrafista e viaggiatore italiano. Per la sua attività di ricerca di testimonianze storiche, realizzata in numerosi paesi del Mediterraneo, nell'intento di salvarle dall'oblio e dalla distruzione, i suoi contemporanei lo definivano pater antiquitatis ed è considerato oggi il padre dell'archeologia. Le sue stesse parole ne testimoniano la vocazione[1]:

«Spinto da un forte desiderio di vedere il mondo, ho consacrato e votato tutto me stesso, sia per completare l'investigazione di ciò che ormai da tempo è l'oggetto principale del mio interesse, cioè le vestigia dell'antichità sparse su tutta la Terra, sia per poter affidare alla scrittura quelle che di giorno in giorno cadono in rovina per la lunga opera di devastazione del tempo a causa dell'umana indifferenza...»

Oggi è perciò considerato internazionalmente il fondatore in senso generale dell'archeologia[2], mentre Winckelmann, con la pubblicazione della "Storia delle arti del disegno presso gli antichi", è considerato il fondatore dell'archeologia moderna[2].

Si deve a lui l'identificazione del Partenone e delle Piramidi, che riscoprì leggendo i testi classici: fu tra i primi a riconoscerne il valore nell'interpretazione dei monumenti archeologici[3].

Per quanto riguarda l'epigrafia greca e l'epigrafia latina, fu inoltre un vero pioniere; Giovanni Battista de Rossi, il noto archeologo ottocentesco, disse che l'attività di Ciriaco nel copiare le iscrizioni antiche era compiuta con un'accuratezza tale da essere il merito e la gloria imperituri sul capo di Ciriaco; Theodor Mommsen lo considerava il padre fondatore dell'epigrafia[4]. Le sue trascrizioni sono ampiamente utilizzate nel Corpus Inscriptionum Latinarum.

Ciriaco per primo identificò e riportò alla conoscenza della cultura europea il Partenone
Le piramidi d'Egitto, identificate e riportate alla conoscenza della cultura europea da Ciriaco

Da rilevare anche il contributo fondamentale per il recupero della scrittura epigrafica romana[5], reso possibile grazie alla sua opera, che oltrepassa la mediazione della scrittura carolina: secondo Ciriaco, l'unico, vero carattere lapidario romano va ricercato solo nell'esame delle antiche epigrafi, senza ricorrere a mediazioni medievali[6].

In conclusione, Ciriaco può essere considerato il maggiore tra gli umanisti che svolsero attività di ricerca sull'antichità greca e romana[7][8] e la sua opera epigrafica e archeologica rimase sostanzialmente insuperata fino alle soglie dell'Illuminismo, quando l'Impero ottomano cominciò a permettere il ritorno in Grecia e in Asia Minore di eruditi occidentali[9][10].

L'arco di Traiano di Ancona (dipinto del Domenichino), il primo monumento studiato da Ciriaco
  1. ^ La citazione è presa da: Valentino Nizzo, Prima della Scuola di Atene: alle origini dell'“archeologia” italiana in Grecia; supplemento al nº 4 (aprile 2010) di Forma urbis, Editorial Service System. Consultabile in questo sito.
  2. ^ a b
    • (EN) Edward W. Bodnar e Clive Foss (a cura di), Cyriac of Ancona: Later travels, Cambridge (Massachusetts), Harvard University Press, 2003, ISBN 0-674-00758-1. Bodnar chiama Ciriaco: «the founding father of modern classical archeology» ("il padre fondatore della moderna archeologia classica");
    • (FR) Jean Colin, Cyriaque d'Ancône: humaniste, grand voyageur et fondateur de la science archéologique (Ciriaco d'Ancona: umanista, viaggiatore, fondatore della scienza archeologica"), Maloine, Parigi 1981.
    • R. Bianchi Bandinelli, M. Pallottino, E. Coche de la Ferté - Treccani, alla voce archeologia, in Enciclopedia dell'arte antica, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
      «Quindi, se Ciriaco de' Pizzicolli (v. Ciriaco D'Ancona), che viaggiò in Grecia fra il 1412 e il 1448 ricercando e annotando opere d'arte e iscrizioni, può dirsi, in certo modo, il fondatore dell'archeologia in senso generale, l'archeologia nel suo carattere storico-artistico, come viene intesa oggi, può ben dirsi datare dalla pubblicazione della Storia delle arti del disegno presso gli antichi di J. J. Winckelmann, avvenuta nel 1764.»
    • (DE) Friedrich von Rummel, Die Türkei auf dem Weg nach Europa, H. Rinn, 1952 (p. 52)
  3. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore treccani2
  4. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore ginette
  5. ^ Ante Šoliċ, relazioni tra Dubrovnik e Ancona al tempo di Ciriaco e i viaggi di Ciriaco lungo le coste della Dalmazia, in Giuseppe A. Possedoni (a cura di), Ciriaco d'Ancona e il suo tempo. Ancona, edizioni Canonici, 2002.
  6. ^ Stefano Zamponi, Le metamorfosi dell'antico: la tradizione antiquaria veneta, in I luoghi dello scrivere da Francesco Petrarca agli albori dell'età moderna, Editoriale Umbra, 2006 (p. 57). ISBN 8879889923
  7. ^ Si riporta quanto dice l'enciclopedia Treccani alla voce Italia, in Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1933.
    «Agli studî archeologici diedero un notevole contributo studiosi italiani, a cominciare dagli umanisti, che visitarono spesso la Grecia e l'Oriente, raccogliendo oggetti, epigrafi, descrizioni e disegni di monumenti: il maggiore tra essi è Ciriaco d'Ancona, che tra il 1418 e il 1448 percorse le varie regioni e isole della Grecia, l'Asia Minore, l'Egitto, lasciando preziosissime notizie.»
  8. ^ L'immediato precursore di Ciriaco fu Cristoforo Buondelmonti, 1386 - post 1430, mercante e sacerdote fiorentino. Il Buondelmonti, fra il 1414 e il 1430, esplorò Rodi, Creta e le altre isole dell'Egeo e le illustrò nella Descriptio Insulae Cretae del 1417 e nel Liber Insularum Archipelagi del 1420.
  9. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore Nizzo
  10. ^ Tra i primi a tornare in Grecia dopo Ciriaco ci furono Jacob Spon (1647-85) e George Wheler (1650-1724), autori del celebre Voyage d'Italie, de Dalmatie, de Grèce et du Levant.

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