Confucio

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Ritratto di Confucio eseguito nel periodo della dinastia Yuan (1279-1368)

Confucio (孔夫子S, Kǒng FūzǐP, K'ung-fu-tzuW, lett. "maestro Kong"; Lu, 551 a.C.[1]Lu, 479 a.C.) è stato un filosofo cinese.

Fu il promotore di un pensiero originale, inedito nel panorama culturale cinese del VI-V secolo a.C.: il suo insegnamento può essere sintetizzato come "il tentativo di elaborare una concezione etica dell'uomo nella sua integralità e universalità"[2], vale a dire che Confucio tentò di fornire una serie di indicazioni relativamente a quale sia il modo migliore in cui l'uomo può condurre la sua esistenza, tenendo conto di tutti gli aspetti più importanti della natura umana. Ciò comportò non soltanto l'individuazione e la ridefinizione del significato di che cosa possa significare di preciso "essere umani", ma anche la proposta da parte di Confucio di un nuovo modello per la realizzazione di sé, giudicato compatibile con l'edificazione di una comunità umana prospera e armoniosa.

L'insegnamento di Confucio si è rivelato determinante per lo sviluppo del pensiero cinese: è lecito affermare che dopo la sua morte nessuna delle scuole di pensiero, delle correnti filosofiche e dei pensatori che si susseguirono in Cina poté prescindere dal confrontarsi con quella che si presenta come una vera e propria "figura fondatrice".[2]

Finché fu in vita Confucio poté contare su una discreta cerchia di discepoli, ma fu in particolare dopo la sua morte che i suoi insegnamenti attrassero una lunga serie di pensatori, letterati, studiosi, i quali approfondirono e rielaborarono i temi del suo insegnamento, dando vita a un movimento di pensiero che la storiografia cinese etichettò a posteriori come confucianesimo[3], una delle principali scuole filosofiche cinesi, assieme al legismo, al taoismo, al moismo e al Buddhismo Chán.

L'insegnamento di Confucio ha avuto un grandissimo impatto sullo sviluppo della cultura, della storia e degli stili di vita di quei paesi asiatici in cui si diffuse, a partire dalla Cina per proseguire con la Corea, il Giappone e il Vietnam.

Il principale testo di riferimento per avvicinarsi al pensiero di Confucio sono i Dialoghi (Lúnyǔ 論語), una raccolta di aforismi e frammenti attribuiti al Maestro che in realtà è il frutto della selezione operata dai suoi discepoli delle generazioni successive.[4]

Il pensiero confuciano fu introdotto in Europa nel XVII secolo ad opera dei gesuiti che nel corso delle prime missioni in Cina si impegnarono nello studio della lingua cinese e nella traduzione di alcune opere della letteratura cinese classica. Al loro lavoro si deve la prima latinizzazione del nome cinese in Confucius. Prospero Intorcetta, gesuita italiano trasferitosi in Cina nel 1659, fu tra i primi europei a tradurre l'opera di Confucio in latino e dopo appena tre anni pubblicò i suoi appunti relativi allo studio dei Quattro libri.

  1. ^ Kai Vogelsang, 4, in Cina. Una storia millenaria, 2012, pp. 51-52.
  2. ^ a b Anne Cheng, Storia del pensiero cinese, vol. 1, Torino, Einaudi, 2001, p. 44.
  3. ^ All'origine dell'utilizzo di tale termine vi è il termine Rújiā 儒家 ("scuola dei letterati") termine sotto il quale sono stati raccolti tutti i pensatori dell'epoca degli stati combattenti che nelle loro discussioni e affermazioni si richiamavano esplicitamente ai contenuti dell'insegnamento di Confucio.
  4. ^ La versione divenuta "canonica" secondo gli studi più recenti risale al massimo al III secolo a.C., sebbene fino al I secolo a.C. circolassero ancora edizioni diverse. (cfr. A.T. Brooks, The Original Analects: Sayings of Confucius and His Successors, New York, 1998).

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