Coccodrillo cubano | |
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Stato di conservazione | |
Critico[1] | |
Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Animalia |
Phylum | Chordata |
Classe | Reptilia |
Ordine | Crocodylia |
Famiglia | Crocodylidae |
Genere | Crocodylus |
Specie | C. rhombifer |
Nomenclatura binomiale | |
Crocodylus rhombifer Cuvier, 1807 | |
Areale | |
Il coccodrillo cubano (Crocodylus rhombifer Cuvier, 1807) è una piccola specie di coccodrillo che sopravvive solo sull'isola di Cuba. Questi animali raggiungono mediamente i 2,1-2,3 metri (6,9-7,5 piedi) di lunghezza, per un peso medio di 70-80 kg (150-180 libbre). I maschi più grandi possono raggiungere anche i 3,5 metri (11 piedi) di lunghezza, per un peso di 215 kg (474 libbre). Nonostante le sue modeste dimensioni, è un animale molto aggressivo e potenzialmente pericoloso per l'uomo.
Il coccodrillo cubano è un animale molto interessante per i biologi per via dei suoi peculiari tratti fisici e comportamentali. Con le sue lunghe e forti zampe, è il più terrestre tra i coccodrilli esistenti. Gli habitat che predilige comprendono ambienti d'acqua dolce come paludi e fiumi. Lì gli adulti si nutrono di pesci, tartarughe e piccoli mammiferi, mentre i giovani si nutrono di invertebrati e pesci più piccoli. L'accoppiamento avviene tra maggio e luglio. Gli animali in cattività hanno mostrato comportamenti di caccia cooperativi e possono imparare alcuni comandi.
Il coccodrillo cubano è tra le specie in pericolo critico secondo l'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura. Una volta diffuso in buona parte dei Caraibi, la sua estensione territoriale si è ridotta fino a includere solo le paludi di Zapata e l'Isola della Gioventù, a causa della caccia da parte dell'uomo. Fortunatamente, sono in atto progetti di riproduzione in cattività per aiutare la specie a riprendersi.
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