Delitto dell'Archetto

La giovane Paola Serragli, di 16 anni, al momento dell'arresto.

Il delitto dell'Archetto è l'omicidio di Luciano Serragli, titolare dell'osteria l'Archetto, commesso a Pisa il 18 maggio 1971[1].

Le indagini sul caso furono fondamentali per quelle sull'attentato di Marina di Pisa, avvenuto qualche mese prima, e per il rinvenimento degli appunti di Alessandro Corbara, che testimoniano i primi passi verso lo sviluppo programmatico dell'attività delle Brigate Rosse in Italia.[2].

Nel 1978 la Corte di cassazione riconobbe definitivamente colpevole Alessandro Corbara per l'attentato di Marina di Pisa, assolvendolo invece, per insufficienza di prove, nell'omicidio Serragli; Elsa Maffei e Paola Serragli, rispettivamente moglie e figlia dell'oste ucciso, vennero dichiarate colpevoli della morte del familiare. Glauco Michelotti e Vincenzo Scarpellini, entrambi camerieri dell'osteria, furono condannati sia per il suddetto omicidio, sia per l'attentato sul lungomare.

  1. ^ Mario Pesi, Undici delitti in attesa di verità, Mursia, 2008, pag. 118.
  2. ^ Giuseppe Meucci, All'alba del terrorismo, 2009, edizioni ETS, cap.4

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