Ebe

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Ebe
Antonio Canova, Ebe, Ermitage
Nome orig.Ἥβη
Caratteristiche immaginarie
Speciedivinità
Sessofemmina
Professionedea della giovinezza, ancella degli dei

Ebe (in greco antico: Ἥβη?, Hḕbē) nella mitologia greca è la divinità della giovinezza, figlia di Zeus e di Era. La sua figura appare più volte nei poemi omerici e viene citata anche da Esiodo.

Nel monte Olimpo Ebe era l'enofora, ovvero l'ancella delle divinità, a cui serviva nettare e ambrosia (nell'Iliade, libro IV). Il suo successore fu il giovane principe troiano Ganimede. Nel libro V dell'Iliade è anche colei che immerge il fratello Ares nell'acqua, dopo la battaglia con Diomede.

Nell'Odissea (libro XI) è la sposa di Eracle (anche se l'autenticità del brano non è certa). Euripide comunque la cita nelle Eraclidi.

A Sicione Ebe era inoltre venerata come dea del perdono e della misericordia[1].

Il suo opposto nella mitologia greca è Geras, dio della senilità, mentre la dea corrispondente nella mitologia romana è Iuventas.

  1. ^ Pausania, Graecia Descriptio 2. 12. 4

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