Ecolinguistica

L'ecolinguistica è una branca della linguistica emersa negli anni '90 come un nuovo paradigma della ricerca linguistica, che ha tenuto conto non soltanto del contesto sociale in cui è immersa una lingua, ma anche del contesto ecologico in cui sono immerse le società. Lo studio di Michael Halliday New ways of Meaning: the challenge to applied linguistics[1] ("Nuovi modi del significato: la sfida alla linguistica applicata") è spesso accreditato come l'opera basilare che ha fornito ai linguisti lo stimolo a prendere in considerazione il contesto ecologico e le conseguenze della lingua. Fra le altre cose, la sfida che Halliday portò avanti fu quella di rendere la linguistica rilevante nei riguardi dei temi e problemi del XXI secolo, con particolare riferimento alla diffusa distruzione degli ecosistemi. Il principale esempio che fornì Halliday fu quello della 'crescita economica', laddove descrisse come l'orientamento della lingua inglese verso termini come largo, crescente, alto e buono conferisse un aspetto di per sé positivo alla crescita, nonostante le sue negative conseguenze sul piano ecologico. A partire dalle osservazioni iniziali di Halliday, si è notevolmente sviluppato il campo dell'ecolinguistica, un recente sviluppo della quale è stata la sua applicazione all'educazione allo sviluppo sostenibile, da parte del Language & Ecology Research Forum.

L'ecolinguistica, come disciplina, può essere distinta in due branche principali: l'analisi eco-critica del discorso e l'ecologia linguistica.

  1. ^ (EN) M. a. K. Halliday, New Ways of Meaning: A Challenge to Applied Linguistics, 1990/04/00. URL consultato il 30 dicembre 2020.

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