Egemonia culturale

Antonio Gramsci

L'egemonia culturale è un concetto che indica le varie forme di «dominio» culturale e/o di «direzione intellettuale e morale»[1] da parte di un gruppo o di una classe che sia in grado di imporre ad altri gruppi, attraverso pratiche quotidiane e credenze condivise, i propri punti di vista fino alla loro interiorizzazione, creando i presupposti per un complesso sistema di controllo.

L'analisi dell'egemonia culturale, in quanto distinta dal mero dominio politico-statuale[2], è stata formulata per la prima volta da Antonio Gramsci per spiegare perché le rivoluzioni comuniste predette da Karl Marx nei paesi industrializzati non si fossero verificate[3].

  1. ^ A. Gramsci, Quaderni del carcere, a cura di F. Platone, Torino, 1948-1951, Q.19 § 24
  2. ^ Giulio Angioni, Fare, dire, sentire: L'identico e il diverso nelle culture, Il Maestrale, 2011, pp.169-222
  3. ^ L'analisi gramsciana dell'egemonia culturale è stata introdotta in termini di classi (in senso marxista), ma può essere applicata in termini più generali: l'idea che le norme culturali prevalenti non debbano essere viste come "naturali" o "inevitabili" ha avuto un'enorme influenza sia nel campo politico che nel campo scientifico.

© MMXXIII Rich X Search. We shall prevail. All rights reserved. Rich X Search