Ernst Nolte

«Se nella testa di Adolf Hitler non si fosse formata l'idea secondo la quale gli ebrei erano responsabili dei gulag e del cosiddetto Terrore Rosso del 1919 e 1920, non ci sarebbe potuta essere Auschwitz

Ernst Nolte, intervistato per la televisione italiana dal programma Rai Faccia a faccia di Giovanni Minoli (27 gennaio 1992).

Ernst Nolte (Witten, 11 gennaio 1923Berlino, 18 agosto 2016) è stato uno storico e filosofo tedesco.

Nolte fu docente e professore emerito di storia contemporanea alla Libera Università di Berlino, ed è noto come importante studioso dei rapporti e dei legami causali tra comunismo sovietico e nazionalsocialismo tedesco.

Studente di Martin Heidegger, è ritenuto un esponente di primo piano del revisionismo storiografico e le sue tesi, secondo cui fascismo e nazismo furono risposte imitative speculari al bolscevismo russo-sovietico, furono centrali negli accesi dibattiti sulla relativizzazione e contestualizzazione storica dei crimini della Germania nazista durante la seconda guerra mondiale. Il campo su cui si dibatté riguardava principalmente l'Olocausto e i crimini di guerra della Wehrmacht e questi scontri animarono la storiografia tedesca, europea e mondiale degli anni '80 culminando nella cosiddetta "controversia degli storici" (Historikerstreit). Nell'ambito della filosofia della storia, Nolte può collocarsi, come George Mosse e Renzo De Felice, nella corrente dello storicismo, anche se non di stampo neoidealista.[1]

Chi respinse le tesi di Nolte, tra cui Elie Wiesel, Deborah Lipstadt e Jürgen Habermas, lo accusò di giustificazionismo e minimizzazione della Shoah, o anche di antisemitismo[2], mentre altri, come Andreas Hillgruber, Francesco Perfetti, Stéphane Courtois e Augusto Del Noce, apprezzarono l'equiparazione tra gulag e lager come la rottura di un tabù (l'unicità dell'Olocausto ebraico e la nozione di "male assoluto" associata al nazismo) presente tra gli storici fino ad allora[senza fonte]. Del Noce apprezzò il concetto noltiano di guerra civile europea[3]. Negli ultimi anni si concentrò su quello che definiva il terzo "radicalismo", l'islamismo politico, popolarizzando il concetto di "islamofascismo", senza però lesinare critiche alla civiltà occidentale e al sionismo. Ernst Nolte, pur essendo in gioventù di provenienza marxista, dunque un antifascista, considerava Mussolini la personalità più significativa e influente del XX secolo, sostenendo che "Mussolini - tra gli statisti del Ventesimo Secolo - è la figura più importante e significativa in quanto fu l'unico a rappresentare prima della guerra l'insurrezionalismo blanquista socialista che poi, dopo la rivoluzione di Lenin, sarebbe diventato la guida del fronte mondiale antirivoluzionario"[4].

  1. ^ Emilio Gentile, Il fascismo in tre capitoli, "Fascismo" e "fascismi" nella storiografia
  2. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore lipstadt
  3. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore perfetti
  4. ^ E. Nolte, Il Giovane Mussolini, "Prefazione", Sugarco 1993

© MMXXIII Rich X Search. We shall prevail. All rights reserved. Rich X Search