Fausto Coppi

Fausto Coppi
Coppi durante il Tour de France 1952
NazionalitàBandiera dell'Italia Italia
Altezza177 cm
Ciclismo
SpecialitàStrada, pista
Termine carriera1960
Carriera
Squadre di club
1938Bandiera non conosciuta Dop. Montecatini Spinetta
1939Bandiera non conosciuta Dopolavoro Tortona
1940-1942Legnano
1945S.S. Lazio
1946-1955Bianchi
1956-1957Carpano
1958Bianchi
1959 Tricofilina-Coppi
Nazionale
1946-1958Bandiera dell'Italia Italiastrada
1947-1949Bandiera dell'Italia Italiapista
Palmarès
 Mondiali su strada
BronzoCopenaghen 1949In linea
OroLugano 1953In linea
 Mondiali su pista
OroParigi 1947Ins. ind.
ArgentoAmsterdam 1948Ins. ind.
OroOrdrup 1949Ins. ind.
 

Angelo Fausto Coppi, meglio noto col solo nome di Fausto (Castellania, 15 settembre 1919Tortona, 2 gennaio 1960) è stato un ciclista su strada e pistard italiano.

Professionista dal 1939 al 1960, soprannominato il Campionissimo o l'Airone, fu il corridore più famoso e vincente dell'epoca d'oro del ciclismo ed è considerato uno dei più grandi e popolari atleti di tutti i tempi.[1][2][3] Formidabile passista, eccezionale scalatore e dotato di un buono spunto veloce, era un corridore completo e adatto ad ogni tipo di competizione su strada.[3]

S'impose sia nelle più importanti corse a tappe sia nelle maggiori classiche di un giorno. Vinse cinque volte il Giro d'Italia (1940, 1947, 1949, 1952 e 1953), record condiviso con Binda e Merckx, e due volte il Tour de France (1949 e 1952), diventando anche il primo ciclista a conquistare le due competizioni nello stesso anno. Fra i successi nelle gare in linea vanno ricordate le cinque affermazioni al Giro di Lombardia (1946, 1947, 1948, 1949 e 1954), record, le tre vittorie alla Milano-Sanremo (1946, 1948 e 1949) e i successi alla Parigi-Roubaix e alla Freccia Vallone nel 1950. Vinse il Campionato del mondo nel 1953 e primeggiò anche nel ciclismo su pista, vincendo il Campionato del mondo d'inseguimento nel 1947 e nel 1949. Fu primatista dell'ora (con 45,798 km) dal 1942 al 1956.

Leggendaria fu la sua rivalità con Gino Bartali, che divise l'Italia nell'immediato dopoguerra (anche per le presunte diverse posizioni politiche dei due).

Coppi è anche noto per aver cambiato l'approccio alle competizioni ciclistiche, grazie al suo interesse per la dieta, per gli sviluppi tecnici della bicicletta, per i metodi di allenamento e la medicina sportiva. Le sue imprese e le tragiche circostanze della morte (dovuta a una malaria non diagnosticata) ne hanno fatto un'icona della storia sportiva italiana.

  1. ^ Massimo Donaddio, Coppi e quella fuga leggendaria nella Cuneo-Pinerolo di 60 anni fa, 18 maggio 2009. URL consultato il 29 agosto 2014.
  2. ^ Book Review: The Heron And The Icon, su pezcyclingnews.com, 25 giugno 2009. URL consultato l'11 novembre 2009.
  3. ^ a b Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore dizbio

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