La fotocamera (composto da foto-, greco antico phôs phōtós «luce», e -camera, in latino camera obscura «camera oscura»[1][2]) o màcchina fotogràfica[3], è l'apparecchio per ottenere le fotografie (immagini statiche bidimensionali della realtà). È uno strumento ottico, costituito essenzialmente da un corpo/scatola a tenuta di luce (camera oscura), fornita di un obiettivo fotografico e di un supporto fotosensibile (pellicola fotografica o sensore digitale), sul quale avviene la ripresa delle immagini ottiche. In base all'utilizzo, può essere specificatamente costruita, dimensionata e accessoriata di un mirino per il puntamento del soggetto e la scelta dell'inquadratura, di tutti i vari comandi per la messa a fuoco, lo scatto del otturatore, la regolazione del diaframma el tempo di esposizione, più tutti gli eventuali meccanismi per farla funzionare adeguatamente.[3]
Nata negli anni 1820 insieme alla fotografia, sulla base della camera oscura, della radiazione luminosa e dell'emulsione chimica, inizialmente forniva immagini solo in bianco e nero, e le rendeva oggetti visibili tramite la stampa fotografica. Nel tempo, parte della tecnologia è cambiata, nel XX secolo si aggiunge la fotografia a colori, molti meccanismi vengono automatizzati e resi a controllo elettronico, come la messa a fuoco, e poi verso la fine secolo, negli anni 1990-2000, viene sostituita la chimica con l'opto-elettronica e avviene la conversione alla fotografia digitale; così, molta stampa è stata sostituita dalla visione diretta delle immagini fotografiche su monitor e display, poiché raramente si stampano più le fotografie digitali.
Quasi tutte le fotocamere digitali possono riprendere anche i filmati, come le cineprese, ma in quelle più semplici, dei telefoni cellulari e degli smartphone (telefoni intelligenti), i vari mezzi meccanici, quali il diaframma e l'otturatore, sono in genere assenti.
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