Gens Pacilia

La gens Pacilia era un'importante ed antichissima famiglia dell'antica Roma. Numerosi membri di questa gens sono menzionati dagli storici antichi, tra cui Marco Pacilio di cui parla Cicerone nella sua seconda orazione contro Verre[1]. Inoltre, molti Pacilii, sia uomini che donne, sono citati in innumerevoli iscrizioni.

La gens Pacilia, esistente già ai tempi di Romolo e probabilmente inclusa nelle cento gentes originarie ricordate dallo storico Tito Livio, apparteneva alla tribù urbana Palatina[2] e partecipava all'elezione dei comizi curiati, l'assemblea più antica di Roma risalente all'epoca Regia.

Il primo esponente di questa gens è Quinto Furio Pacilio Fuso (Quintus Furius Pacilius Fusus), Pontefice Massimo (pontifex maximus) nel 449 a.C., che resse la carica per diciotto, fino al 431 a.C., e tenne i comizi in cui furono selezionati i tribuni della plebe.

  1. ^ Cicerone, In Verrem, atto II (94, 98).
  2. ^ https://www.romanoimpero.com/2020/06/le-tribu-di-roma.html

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