Gerone I

Gerone I
Gerone I di Siracusa sul carro della vittoria (Crowning the Victors at Olympia - Hiero of Syracuse and victors) in un dipinto di James Barry conservato presso la Royal Society of Arts.
Tiranno di Gela
In carica485 a.C. –
478 a.C.
PredecessoreGelone
SuccessorePolizelo
Tiranno di Siracusa
In carica478 a.C. –
466 a.C.
PredecessoreGelone
SuccessoreTrasibulo di Siracusa
MorteKatane, 466 a.C.
DinastiaDinomenidi
PadreDinomene il Vecchio
FigliDinomene il Giovane

«E Pindaro, ammonendo Gerone, il sovrano di Siracusa, dice: “Non permettere che la tua gioia sbiadisca mentre che hai vita, poiché una vita gioiosa, siine certo è di molto la migliore per l’uomo”.»

Geróne o Ieróne (in greco antico: Ἱέρων?, Hièrōn) (... – Aitna, 467 o 466 a.C.[1]), è stato tiranno di Gela dal 485 o 484 a.C., al 478 o 477 a.C. e, successivamente, tiranno di Siracusa, fino alla morte.[1] Figlio secondogenito di Dinomene di Gela, Gerone è noto per essere stato un abile mecenate: portò infatti alla corte aretusea alcuni tra i più grandi letterati in auge a quel tempo, tra i quali Pindaro ed Eschilo.

Intraprese diverse battaglie come comandante dell'esercito siracusano, di cui la più nota è lo scontro navale di Cuma, avvenuto nel 474 a.C. in acque italiche contro gli Etruschi, sui quali riportò una importante vittoria, spesso interpretata come causa o concausa della definitiva crisi dell'antico popolo dell'Etruria.

Alle falde dell'Etna Gerone rifondò Katane e la ribattezzò Aitna. Il centro divenne sul finire del suo governo la sua dimora fissa, tanto che il tiranno verrà soprannominato da Eschilo "Gerone l'Etneo" e nel centro etneo morirà.

Viene indicato come "Gerone I" per distinguerlo da Gerone II (o Ierone II), tiranno di Siracusa dal 270 al 215 a.C.

  1. ^ a b Braccesi e Millino, op. cit., pp. 229-230.

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