Gibilterra durante il secondo conflitto mondiale fu molto importante per gli equilibri politici e bellici. Per il Regno Unito, sin dai primi anni del XVIII secolo, ha costituito un avamposto nell'Europa continentale e allo stesso tempo come bastione della potenza marittima della Royal Navy.[1] Nella seconda guerra mondiale infatti Gibilterra ricoprì un ruolo vitale sia per la battaglia dell'Atlantico che per quella del Mediterraneo, controllando virtualmente tutto il traffico navale in entrata e in uscita dal Mar Mediterraneo.[2]
In aggiunta alla sua ottima posizione, Gibilterra offrì un capiente e difeso porto dove le navi potevano trovare riparo. La Forza H, sotto il comando del viceammiraglio James Fownes Somerville, era basata a Gibilterra e aveva il compito di mantenere la superiorità navale e scortare i convogli diretti a Malta.[3] Nel corso della guerra, Gibilterra fu oggetto di bombardamenti aerei da parte della Francia di Vichy e della Regia Aeronautica italiana; la Regia Marina poi condusse alcune operazioni di sabotaggio per merito dei sommozzatori della Xª Flottiglia MAS e dei loro SLC.[4] Altri attacchi vennero organizzati da agenti spagnoli reclutati dall'Abwehr.
All'interno della rocca di Gibilterra vennero scavati da due compagnie di genieri canadesi, le sole equipaggiate con punte al diamante, e cinque di genieri britannici, circa 48 chilometri di tunnel allo scopo di edificare una città nella roccia dove ospitare uffici, caserme e un ospedale al riparo dei bombardamenti.[4] L'operazione Torch, l'invasione Alleata dei territori francesi in Africa settentrionale iniziata nel novembre 1942, venne coordinata proprio dalla rocca dal generale Dwight D. Eisenhower.[4] Dopo il successo Alleato nella campagna del Nordafrica e la resa dell'Italia nel 1943, Gibilterra venne declassata a normale base di smistamento di rifornimenti situata nelle retrovie.
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