Giovanna I di Napoli

Giovanna I di Napoli
Giovanna I d'Angiò
Affresco di Niccolò di Tommaso nella certosa di San Giacomo (1360 circa)
Regina di Napoli
Stemma
Stemma
In carica16 gennaio 1343 –
26 agosto 1381
Incoronazione28 agosto 1344
27 maggio 1357(con Luigi I)
PredecessoreRoberto
SuccessoreCarlo III
Contessa di Provenza e di Forcalquier
In carica1343 - 1381
PredecessoreRoberto d'Angiò
SuccessoreLuigi I d'Angiò
Principessa d'Acaia
In carica1373 - 1381
PredecessoreFilippo II d'Angiò
SuccessoreGiacomo del Balzo
Altri titoliRegina titolare di Gerusalemme e di Sicilia
NascitaNapoli, 1326 circa
MorteCastello di Muro Lucano, 27 luglio 1382
DinastiaAngioini
PadreCarlo di Calabria
MadreMaria di Valois
ConsortiAndrea d'Angiò
Luigi I di Napoli
Giacomo IV di Maiorca
Ottone di Brunswick-Grubenhagen
FigliCarlo Martello
Caterina
Francesca
ReligioneCattolicesimo

Giovanna I d'Angiò (Napoli, 1326 circa – Castello di Muro Lucano, 27 luglio 1382) fu regina regnante di Napoli, regina titolare di Sicilia[N 1] e di Gerusalemme e contessa di Provenza e di Forcalquier dal 1343 al 1381, anno della sua deposizione.

Rimasta l'unica discendente diretta di suo nonno Roberto d'Angiò, con un atto anticonvenzionale, venne da lui nominata sua erede legittima a fronte di numerosi altri parenti maschili. Per far fronte alle pretese sul trono del Regno di Napoli vantate dal ramo ungherese degli angioini, Giovanna venne fatta sposare giovanissima al lontano cugino Andrea d'Ungheria, riunificando la dinastia. Alla morte del nonno, nel 1343, Giovanna divenne di fatto una delle prime regine regnanti d'Europa.[1]

I primi anni di regno furono caratterizzati da una serie di intrighi orditi dai suoi famigliari, che tentarono di avvicinarsi al potere: tra di loro vi era pure il marito Andrea, che non le riconosceva il diritto di governare autonomamente. I tentativi di Papa Clemente VI di placare la situazione non sortirono gli effetti sperati e, nel 1345, Andrea fu ucciso in una congiura di cui Giovanna fu accusata di essere l'istigatrice. I famigliari della regina sfruttarono l'occasione per far giustiziare alcuni suoi fedeli sospettati di omicidio.

Con il pretesto di vendicare la morte del fratello minore e appropriarsi della Corona, Luigi I d'Ungheria invase il Regno di Napoli. Nel frattempo risposatasi con il cugino Luigi di Taranto, Giovanna riparò ad Avignone presso Clemente VI, dove affrontò un processo per omicidio dal quale venne assolta. Entrati nelle grazie del pontefice, Giovanna e Luigi intrapresero la riconquista del Regno, già flagellato come il resto d'Europa dalla peste nera, che si concluse vittoriosamente nel 1350.

I dissidi coniugali insorti nel mentre, si conclusero con una presa di potere da parte di Luigi e del siniscalco Niccolò Acciaiuoli, che obbligarono Giovanna ad acconsentire all'incoronazione del marito ed a cedergli di fatto il governo (1352). L'allontanamento dalla vita pubblica durò fino alla morte di Luigi (1362), ma l'inettitudine di quest'ultimo nel far fronte alla nuova politica di grandezza a cui Acciaiuoli ambiva per il Regno, servì a Giovanna per conquistare ancor di più il favore dell'opinione pubblica.[2]

Dal 1362, supportata prima da Acciaiuoli e da Niccolò Spinelli poi, la sovrana iniziò il suo governo indipendente, dal quale escluse categoricamente i suoi ultimi due mariti: Giacomo IV di Maiorca e Ottone di Brunswick-Grubenhagen. In politica interna, Giovanna sostenne le imprese locali, creò nuove industrie, ridusse il crimine e combatté le compagnie di ventura, promuovendo così un periodo di pace nel Regno, che venne favorito anche dalla scomparsa della maggior parte dei suoi turbolenti famigliari.

Sul piano internazionale, Giovanna si impose come referente principale per la Santa Sede nelle guerre del papato contro i Visconti e Firenze e promuovendo il ritorno del papato a Roma. Per queste buone relazioni Papa Urbano V la premiò con la Rosa d'oro nel 1368, divenendo la prima donna nella storia ad ottenere tale onorificenza, mentre nel 1372, grazie a Papa Gregorio XI, Giovanna concluse la secolare contesa della Sicilia con gli aragonesi (iniziata con i Vespri siciliani), riconoscendo il regno di Trinacria come stato vassallo al Regno di Napoli (trattato di Avignone).

Con l'ascesa di Papa Urbano VI che le si rivelò ostile, la situazione politica di Giovanna entrò in crisi. Dopo vari ripensamenti, riconobbe l'Antipapa Clemente VII, dando inizio allo Scisma d'Occidente. Scomunicata dal papa avversario, Giovanna fronteggiò l'invasione del nipote Carlo di Durazzo, che Urbano VI aveva incoronato come nuovo re di Napoli. Infine arresasi al nipote, venne deposta e imprigionata nel castello di Muro Lucano, dove fu probabilmente fatta assassinare.


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  1. ^ De Feo 1969, p. 15.
  2. ^ Casteen 2015, pp. 107-117.

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