Giovanni Paisiello

Paisiello al clavicordo (Élisabeth Vigée Le Brun, 1791). La partitura è Nina, o sia La pazza per amore

Giovanni Gregorio Cataldo[1] Paisiello (Taranto, 9 maggio 1740[2]Napoli, 5 giugno 1816) è stato un compositore italiano, uno degli ultimi grandi rappresentanti della scuola musicale napoletana e uno dei più importanti compositori del Classicismo. Figura centrale dell'opera italiana della seconda metà del XVIII secolo, ha contribuito in maniera determinante allo sviluppo dell'opera buffa. Le opere di Paisiello (se ne conoscono 94) abbondano di melodie, la cui bellezza leggiadra è tuttora apprezzata. Forse la più conosciuta tra queste arie è "Nel cor più non mi sento" dalla Molinara, immortalata anche nelle variazioni di Beethoven e Paganini, interpretata da alcune delle più grandi voci della storia, sia maschili (Pavarotti compreso) sia femminili. La sua produzione di musica sacra molto ampia, comprende otto messe (tra cui la "Messa di Natale per la cappella di Napoleone", e la solenne Messa da requiem) oltre a numerosi lavori meno noti: compose anche molta musica strumentale da camera. Manoscritti delle partiture di molte sue opere vennero donate alla biblioteca del British Museum da Domenico Dragonetti.

Oltre all'attività operistica, Paisiello è noto per aver composto Viva Ferdinando il re, adottato nel 1816 come inno nazionale del Regno delle Due Sicilie.

La biblioteca dei Girolamini di Napoli possiede un'interessante raccolta di manoscritti che registrano le opinioni di Paisiello sui compositori a lui contemporanei, e ce lo mostrano come un critico spesso severo, soprattutto del lavoro di Pergolesi.

  1. ^ Lorenzo Mattei, Paisiello, Giovanni in Dizionario Biografico degli italiani, su treccani.it, vol. 80, 2014. URL consultato il 15 settembre 2018.
  2. ^ Roccaforzata? Un abbaglio ‘aneddotico’, su quotidianodibari.it. URL consultato il 18 aprile 2023.

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