Guerra civile siriana

Guerra civile siriana
parte della primavera araba e dell'inverno arabo
Situazione militare al novembre 2023:

     Forze governative

     Coalizione d'opposizione (con truppe della Turchia)

     Coalizione d'opposizione (con truppe degli Stati Uniti)

     Rojava (SDF)

     ISIS

     Tahrir al-Sham (HTS, precedentemente Fronte al-Nusra)


Vedi anche mappe dettagliate di Daraa, Damasco, Aleppo, Deir el-Zor, Hasaka, Qamishli
Data15 marzo 2011in corso
(13 anni e 92 giorni)
LuogoSiria, con sconfinamenti in Libano, Turchia e Giordania; collegata alla guerra civile in Iraq
EsitoConflitto in corso
Schieramenti
Bandiera della Siria Siria Bandiera della Siria Miliziani filogovernativi
Hezbollah[6]
...e altri
Supporto da:
Bandiera dell'Iran Iran[7]
Bandiera della Russia Russia (dal 2015)[8]
Bandiera della Cina Cina[9]
Bandiera della Corea del Nord Corea del Nord[10]
Bandiera dell'Egitto Egitto
Bandiera dell'Iraq Iraq (2017–2019)
Coalizione Nazionale Siriana

Miliziani antigovernativi
...e altri
Supporto da:
Bandiera della Turchia Turchia (dal 2016)
Bandiera del Qatar Qatar[8]
Bandiera della Libia Libia (dal 2012)[11][12]
Bandiera d'Israele Israele[13]
Bandiera del Regno Unito Regno Unito (2011–2018)[14]
Bandiera della Francia Francia (2011–2018)[15]
Stati Uniti (2011–2017)[16][17]
Canada (2012–2018)[18]
Bandiera della Germania Germania (2012–2018)[19]
Bandiera dell'Arabia Saudita Arabia Saudita (2012–2017)
Bandiera della Giordania Giordania (2012–2017)[20]
Bandiera degli Emirati Arabi Uniti Emirati Arabi Uniti (2012–2016)[21]
Bandiera del Bahrein Bahrein (2012–2016)
Bandiera dell'Egitto Egitto (2012–2013)
Paesi Bassi (2014–2018)
Bandiera della Norvegia Norvegia (2016–2018)


Governo della Salvezza

Al Qaida[22][23]
Fronte al-Nusra (2012–2016)
Supporto da:
Bandiera della Turchia Turchia (2012–2017)
Bandiera dell'Arabia Saudita Arabia Saudita (2012–2017)
Bandiera del Qatar Qatar (2012–2017)


Fronte Islamico
Ahrar al-Sham[24]
Supporto da:
Bandiera della Turchia Turchia
Bandiera del Qatar Qatar
Bandiera dell'Arabia Saudita Arabia Saudita


Stato Islamico (dal 2013)[25]
Al Qaida (2013–2014)
Supporto da:
Bandiera dell'Arabia Saudita Arabia Saudita
Contestato il supporto da parte di altri stati sunniti (supporto indiretto da parte degli USA) prima e durante gli scontri tra il gruppo e le altre formazioni ribelli.[26][27][28]
Rojava (dal 2012)
Forze Democratiche Siriane
Unità di Protezione Popolare
Brigata Internazionale di Liberazione
...e altri
Supporto da:
Stati Uniti (dal 2014)
Bandiera della Russia Russia (dal 2015)
Bandiera della Francia Francia (dal 2016)
Bandiera degli Emirati Arabi Uniti Emirati Arabi Uniti[1]
Bandiera dell'Arabia Saudita Arabia Saudita (dal 2018)[2]
Bandiera dell'Iraq Iraq (fino al 2018)[3]
Governo Regionale del Kurdistan[4]
Partito dei Lavoratori del Kurdistan[5]
Unione Patriottica del Kurdistan (dal 2013)
Partito Democratico del Kurdistan (2013–2015)
CJTF – OIR
Comandanti
Bandiera della Siria Bashar al-Assad
Bandiera della Siria Maher al-Assad
Bandiera della Siria Ali Abd Allah Ayyub
Bandiera della Siria Fahd Jāsim al-Furayj
Bandiera della Siria Dāwūd Rājiḥa
Bandiera della Siria Muḥammad Ibrāhīm al-Shaʿār
Bandiera della Siria Walīd al-Muʿallim
Bandiera della Siria Issam Hallaq
Bandiera della Siria Suheil al-Hassan
Bandiera della Siria Issam Zahreddine
Bandiera della Siria Rafiq Shahadah
Bandiera dell'Iran Ali Khamenei
Bandiera dell'Iran Qasem Soleimani[30]
Bandiera della Russia Vladimir Putin
Hassan Nasrallah
Abdel al-Ilah al-Bachir[31]
Salim Idris
Riyāḍ al-Asʿad
Muṣṭafā Aḥmad al-Shaykh
Jamal Maarouf
Hadi al-Bahra
Ahmad Jarba
George Sabra
Muʿādh al-Khaṭīb
Bandiera della Turchia Recep Tayyip Erdoğan
Bandiera della Turchia Zekai Aksakallı
Bandiera della Turchia İsmail Metin Temel

Abu Muhammad al-Jawlani[32]
ʿAbd al-Qādir Ṣāliḥ[33]


Aḥmad Abū ʿĪsā[34]


Abū Bakr al-Baghdādī
Abu Omar al-Shishani
Abu Ibrahim al-Qurayshi
Abu al Hasan al Hashimi al Qurashi
Abu al-Hussein al-Husseini al-Qurashi
Abu Hafs al-Hashimi al-Quraishi
Salih Muslim Muhammad
Îlham Ehmed
Riad Darar
Nubar Ozanyan
Stephen J. Townsend[29]
Effettivi
Forze armate siriane:
200.000 soldati (2011)[37]
178.000 soldati (2013)[38]
Forza Nazionale di Difesa: 80.000
Shabiha: 10.000[39]
Jaysh al-Sha'bi: 50.000[40]
Brigata al-ʿAbbās: 10.000[41]

Hezbollah: 5.000[42][43]

Milizie sciite iraniane: 10.000[44]
Milizie irachene: 4.000 - 5.000[43]
Esercito Siriano Libero: 90.000 - 100.000[45]
Fronte Islamico: 45.000[46]
Fronte Al-Nusra (Tahrir Al-Sham): 16.000[47][48]
Combattenti non siriani: 5.000[49] - 20.000 (2014)[50]

Stato Islamico:
8.500[51] (2013) - 50.000[52]
Forze Democratiche Siriane (curdo-arabe): 57.000 – 80.000[35][36]
YPG: 36.000
YPJ: 23.000
Perdite
59.006 soldati delle forze armate
41.564 paramilitari della Forza Nazionale di Difesa e altre milizie affiliate al governo
1.321 Hezbollah
5.163 altri miliziani non siriani
28 militari russi uccisi
(fonte SOHR, settembre 2016)[55]
52.359 ribelli siriani uccisi

52.031 combattenti stranieri (in gran parte membri di ISIS e al-Nusra) uccisi (fonte SOHR, settembre 2016)[55]
11.000 combattenti SDF uccisi, 21.000 feriti (marzo 2019)[53][54]
250.000 morti totali (marzo 2011- agosto 2015, fonte ONU)[56]
570.000+ morti totali, 2.800.000 feriti e mutilati[57][58]
~ 12.000.000 sfollati totali, di cui oltre 6.000.000 rifugiati all'estero[59][60][61].

Danni economici per circa 400 miliardi di dollari, equivalenti a una recessione di almeno 30 anni.[62][63]
Voci di guerre presenti su Wikipedia

La guerra civile siriana (in arabo الحرب الأهلية السورية?, al-Ḥarb al-ahliyya al-sūriyya), detta anche rivoluzione siriana (in arabo الثورة السورية?, al-thawra al-sūriyya) o crisi siriana, ha avuto inizio nel 2011 in Siria vedendo contrapposti una coalizione eterogenea di milizie armate definite ribelli dalla stampa occidentale e le forze governative supportanti il governo di Bashar al-Assad.

Il 15 marzo 2011 sono iniziate le manifestazioni pubbliche e pacifiche in tutto il paese contro il governo, parte del contesto più ampio della primavera araba.

Le proteste iniziali hanno l'obiettivo di spingere alle dimissioni il presidente Bashar al-Assad ed eliminare la struttura istituzionale monopartitica del Partito Ba'th. Con il radicalizzarsi degli scontri si aggiunge con sempre maggiore forza una componente estremista di stampo salafita che, anche grazie agli aiuti di alcune nazioni sunnite del Golfo Persico, nel 2013 raggiunge, a detta degli stessi ribelli salafiti, il 75% di tutti ribelli.[64][65] Tali gruppi fondamentalisti hanno come principale obiettivo l'instaurazione della Shari'a in Siria.[66]

A causa della posizione strategica della Siria, dei suoi legami internazionali e del perdurare della guerra civile, la crisi ha coinvolto i paesi confinanti e gran parte della comunità internazionale.

Gli organi dirigenti del Partito Ba'th e lo stesso presidente appartengono alla comunità religiosa alawita, una branca dello sciismo che è tuttavia minoritaria in Siria, e per questo motivo l'Iran sciita è intervenuto a protezione del governo siriano: combattenti iraniani sono presenti a fianco delle forze armate siriane per mantenere al potere il governo alleato.[67][68][69] Il fronte governativo è inoltre sostenuto da combattenti sciiti provenienti da altri paesi, fra cui l'Iraq e l'Afghanistan.[70][71] Il fronte dei ribelli è sostenuto principalmente dalla Turchia[72] e dai paesi sunniti del Golfo, in particolare Arabia Saudita e Qatar che mirano a contrastare la presenza sciita in Medio Oriente.[73][74][75][76] In ambito ONU si è verificata una profonda spaccatura tra Stati Uniti, Francia e Regno Unito, che hanno espresso sostegno ai ribelli,[77] e Cina e Russia, che invece sostengono il governo siriano sia in ambito diplomatico sia in quello militare.[78][79]

La delicata composizione religiosa ed etnica dei siriani[80] si è fortemente riflessa negli schieramenti in campo. Sebbene le prime manifestazioni antigovernative fossero di tipo laico e avessero coinvolto tutte le principali città del paese, incluse quelle a maggioranza alawita come Latakia,[81] il perdurare della crisi ha polarizzato gli schieramenti portando la componente sciita a sostenere il governo insieme a gran parte delle minoranze religiose, che hanno goduto della protezione del governo laico del Partito Ba'th.[82][83] Il fronte dei ribelli rimane composto prevalentemente da sunniti, i quali però non costituiscono un blocco compatto: parte della popolazione sunnita continua a sostenere il governo[84] e sono sunniti alcuni membri dell'esecutivo e buona parte dell'esercito.[85][86][87] Le stragi perpetrate dalle componenti fondamentaliste dei ribelli nei confronti delle minoranze religiose in Siria[88][89][90] hanno portato le Nazioni Unite a definire la guerra civile come un «conflitto di natura settaria».[91]

Le organizzazioni internazionali hanno accusato le forze governative e i miliziani Shabiha di usare i civili come scudi umani, di puntare intenzionalmente le armi su di loro, di adottare la tattica della terra bruciata e di eseguire omicidi di massa; i ribelli antigovernativi sono stati accusati di violazioni dei diritti umani tra cui torture, sequestri, detenzioni illecite ed esecuzioni di soldati e civili.[92][93]

L'accezione "guerra civile" per descrivere il conflitto in atto è stata usata il 15 luglio 2012 dal Comitato Internazionale della Croce Rossa, che ha definito la crisi siriana un «conflitto armato non internazionale».[94]

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