Guerra di Otranto

Guerra di Otranto
Il castello di Otranto
Data1480-1481
LuogoOtranto
EsitoVittoria ottomana nel 1480 Le forze cristiane riprendono la città nel 1481
Schieramenti
Comandanti
Effettivi
16 000-18 000 fanti
500 cavalieri
70 navi
3 000 fanti
2 000 soldati otrantini
2 100 fanti ungheresi
300 cavalieri
Perdite
10 500 soldati
500 cavalieri
Sconosciute
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La guerra di Otranto (o sacco di Otranto o battaglia d'Otranto) è stata un'operazione militare che ha comportato l'assedio, la conquista, il saccheggio e la liberazione della città di Otranto nel 1480-1481, quando un esercito ottomano, in realtà diretto a Brindisi, ma dirottato più a sud da un forte vento di tramontana, attaccò la città salentina, allora appartenente al Regno di Napoli, sotto il dominio di re Ferrante d'Aragona. Lo sbarco avvenne su una spiaggia a nord di Otranto che prese il nome proprio da questo avvenimento: ancor oggi si chiama baia dei Turchi.

La città fu posta sotto assedio per circa due settimane e i suoi abitanti si rifugiarono all'interno delle mura resistendo e respingendo con vigore le offese. A scatenare l'assedio e le crudeltà dell'esercito turco comandato dall'abile condottiero Gedik Ahmet Pascià fu l'uccisione da parte dei difensori di Otranto dell'ambasciatore turco inviato per negoziare la resa, cosa ritenuta sacra dai turchi. Al comando delle truppe scelte dei Giannizzeri e sparando colpi di artiglieria di una grandezza mai vista prima riuscirono ad aprire una breccia. Gli otrantini, per la maggior parte male armati e non avvezzi al combattimento, non riuscirono a contenere la furia degli invasori soccombendo sotto i colpi di scimitarra. I bambini più fortunati e molte giovani donne furono presi e portati in Turchia, altri furono violentati e uccisi con le donne, altri ancora dovettero subire tremende mutilazioni.

Al termine della battaglia, il 14 agosto 1480 furono decapitati sul colle della Minerva 800 otrantini (maschi dai 14 anni in su) che si erano rifiutati di rinnegare la religione cristiana: sono ricordati come i santi Martiri di Otranto, le cui reliquie sono custodite nella cattedrale del paese. Sono stati canonizzati come santi martiri nel 2013.

Martiri di Otranto

In seguito alla battaglia e all'invasione degli ottomani, andò distrutto il monastero di San Nicola di Casole, che ospitava allora una delle biblioteche più ricche d'Europa.


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