Guerra di liberazione bengalese

Guerra di liberazione del Bangladesh
parte della guerra fredda
Data26 marzo - 16 dicembre 1971
LuogoPakistan Orientale
Casus belliOperazione Searchlight del governo pakistano contro il movimento nazionalista bangladese
EsitoVittoria del Mukti Bahini e degli alleati indiani
Modifiche territorialiIndipendenza del Pakistan orientale con il nome di Bangladesh
Schieramenti
Governo provvisorio del Bangladesh:
Bandiera dell'India India (dal 3 dicembre 1971)[1]
Bandiera del Pakistan Pakistan
Supporto da:
Bandiera degli Stati Uniti Stati Uniti
Bandiera della Cina Cina

Gruppi paramilitari:

  • Razakars
  • Al-Badr
  • Al-Shams
Comandanti
Effettivi
Esercito bengalese: 175.000[2][3]
India: 250,000[2]
Esercito pakistano: ~365.000[2]
Paramilitari: ~250,000[4]
Perdite
Esercito bengalese: 30.000
India: 1.426 uccisi e 3.611 feriti (fonti ufficiali)
1.525 uccisi e 4.061 feriti[5]
Pakistan:
~8.000 uccisi, ~10.000 feriti e 91.000 prigionieri (56.694 dell'esercito, 12.192 paramilitari ed il resto civili)[5][6]
Civili uccisi: 300.000-3.000.000 (stimati)[7][8]
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La guerra di liberazione del Bangladesh (bengali Muktijuddho) fu un conflitto armato che vide schierati Pakistan dell'est ed India contro Pakistan dell'ovest. La guerra diede origine alla secessione del Pakistan dell'est, che divenne il Bangladesh indipendente.

La guerra scoppiò il 26 marzo 1971, quando l'esercito pakistano, in risposta alle proteste di piazza che chiedevano il rispetto della vittoria elettorale della Lega Awami (il partito nazionalista bengalese), lanciò un'operazione militare denominata "operazione Searchlight". Politici e società civile del Pakistan orientale annunciarono la dichiarazione di indipendenza del Bangladesh. La resistenza bengalese venne condotta con azioni di guerriglia da parte della formazione partigiana Mukti Bahini (bn: মুক্তি বাহিনী, Combattenti per la libertà o Esercito di liberazione), composta da militari dell'est, paramilitari e gruppi civili. L'esercito del Pakistan e milizie estremiste religiose (i fondamentalisti di Razakars, Al-Badr e Al-Shams), commisero sistematicamente atrocità verso la popolazione, andando vicine al genocidio della comunità bengalese.

3 milioni di civili sono stati uccisi e 8-10 milioni sono fuggiti in India. Più di 200.000 donne sarebbero state violentate.[9]

La svolta nella guerra arrivò il 3 dicembre 1971, con l'intervento dell'India a fianco delle truppe di Mukti Bahini. Travolto da due fronti di guerra, l'esercito pakistano non fu in grado di reggere l'urto e dichiarò la resa il 16 dicembre.

  1. ^ Butcher Of Bengal | Gen. Tikka Khan, 87; 'Butcher of Bengal' Led Pakistani Army - Los Angeles Times
  2. ^ a b c India - Pakistan War, 1971; Introduction Archiviato il 6 giugno 2011 in Internet Archive. - Tom Cooper, Khan Syed Shaiz Ali
  3. ^ Pakistan & the Karakoram Highway By Owen Bennett-Jones, Lindsay Brown, John Mock, Sarina Singh, Pg 30</
  4. ^ p442 Indian Army after Independence by KC Pravel: Lancer 1987 ISBN 81-7062-014-7
  5. ^ a b Figures from The Fall of Dacca by Jagjit Singh Aurora in The Illustrated Weekly of India dated 23 December 1973 quoted in Indian Army after Independence by KC Pravel: Lancer 1987 ISBN 81-7062-014-7
  6. ^ Figure from Pakistani Prisioners of War in India by Col S.P. Salunke p.10 quoted in Indian Army after Independence by KC Pravel: Lancer 1987 (ISBN 81-7062-014-7)
  7. ^ Matthew White's Death Tolls for the Major Wars and Atrocities of the Twentieth Century
  8. ^ Bangladesh sets up war crimes court - Central & South Asia - Al Jazeera English
  9. ^ (EN) Bangladesh executes Islamist leader, deadly clashes on streets, su Reuters.

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