Guerra di liberazione italiana

Guerra di liberazione italiana
parte della campagna d'Italia (1943-1945)
Milano: gruppi di partigiani festeggiano la vittoria nei giorni della liberazione
Data8 settembre 1943 - 2 maggio 1945
LuogoItalia; conflitto tra alleati, partigiani ed Esercito Cobelligerante Italiano contro la Germania e la RSI; occasionali azioni fasciste di propaganda, spionaggio, guerriglia e sabotaggio nel restante territorio italiano
CausaAnnuncio dell'armistizio di Cassibile
EsitoCaduta della RSI e fine dell'occupazione tedesca in Italia
Schieramenti
Comandanti
Perdite
313.000 soldati alleati morti, feriti e dispersi/prigionieri[1]
circa 8.000 aerei[1]; 20.000 soldati dell'Esercito Cobelligerante Italiano, circa 40.000 tra partigiani e militari italiani del Corpo Volontari della Libertà[2]
336.500 soldati tedeschi morti, feriti e dispersi/prigionieri[1]; circa 40.000 militari e paramilitari della RSI
10.000 civili tra scontri, bombardamenti e rappresaglie[2]
Nei comandanti dello schieramento Alleati e Resistenti non è citato Alfredo Pizzoni, che era il Presidente del CLNAI, e rivestiva il ruolo più importante. Molto più importante di Longo, Pertini, ecc…
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La guerra di liberazione italiana fu il complesso di operazioni militari ed azioni di guerriglia condotte durante la campagna d'Italia dagli Alleati, dall'Esercito Cobelligerante Italiano e dalle brigate partigiane della resistenza italiana contro la Germania nazista e la Repubblica Sociale Italiana. La campagna si concluse con la liberazione dell'Italia dall'occupazione nazifascista.[3][4][5]

Dal punto di vista formale, il Regno d'Italia (limitato alle regioni occupate dagli Alleati) dichiarò guerra alla Germania nazista il 13 ottobre 1943[6], ma già dalla sera dell'8 settembre, mentre il Regio Esercito senza ordini efficaci da parte del Comando supremo si disgregava e cedeva le armi sotto l'attacco tedesco - pur con alcuni rilevanti episodi di resistenza armata - esponenti dei partiti antifascisti avevano costituito le prime organizzazioni politico-militari per opporsi all'occupante, dando inizio alla Resistenza partigiana, già animata - soprattutto nei primi mesi - in larga parte da militari italiani sfuggiti alla cattura da parte tedesca.

Gli storici hanno evidenziato più aspetti contemporaneamente presenti all'interno del fenomeno della Resistenza: "guerra patriottica" e lotta di liberazione dall'invasore straniero; "guerra civile" tra antifascisti e fascisti, collaborazionisti con i tedeschi; e persino "guerra di classe" per la presenza di aspettative rivoluzionarie.[7]

Dopo quasi due anni di combattimenti sia sulla linea del fronte che nelle regioni occupate ed amministrate dai tedeschi, con la collaborazione del nuovo Stato fascista costituito da Mussolini dopo la liberazione dalla prigionia sul Gran Sasso, le ostilità cessarono formalmente il 29 aprile 1945 con la resa incondizionata dell'esercito tedesco. Successivamente a questa data, vi furono ancora alcuni combattimenti su territorio italiano e violenze e rappresaglie contro reparti fascisti ed esponenti politici o militari collaborazionisti.

Le operazioni si svolsero a partire dal settembre 1943 dopo l'armistizio di Cassibile e sino alla fine della seconda guerra mondiale. Il 25 aprile 1945, anniversario della liberazione d'Italia, è celebrato in Italia come data simbolica della liberazione dell'intero territorio nazionale dalla dittatura e dall'occupazione.

  1. ^ a b c Morris, p. 492.
  2. ^ a b ANPI: donne e uomini della resistenza, su anpi.it. URL consultato il 23 aprile 2014 (archiviato dall'url originale il 18 settembre 2011).
  3. ^ 25 Aprile, Napolitano: "Merito
    degli Usa se l'Italia è libera"
    , su iltempo.it. URL consultato il 6 gennaio 2020 (archiviato l'11 gennaio 2020).
  4. ^ L’Europa ha dimenticato da chi è stata liberata, su it.sputniknews.com. URL consultato il 6 gennaio 2020 (archiviato l'11 gennaio 2020).
  5. ^ L’Italia s’è desta ma non s’è liberata, l’hanno fatto gli Alleati, su ilfoglio.it. URL consultato il 6 gennaio 2020 (archiviato l'11 gennaio 2020).
  6. ^ Il Regno del Sud (1943-1944), su storiaxxisecolo.it. URL consultato il 25 agosto 2011 (archiviato il 27 ottobre 2019).
  7. ^ C. Pavone, Una guerra civile, pp. 169-412; G. Oliva, La resistenza, passim.

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