Guerra messico-statunitense

Guerra messico-statunitense
Dall'alto in basso e da sinistra a destra: Winfield Scott entra nella piazza della Costituzione dopo la presa di Città del Messico; soldati statunitensi ingaggiano le forze messicane in ritirata durante la battaglia di Resaca de la Palma; vittoria statunitense a Churubusco, fuori Città del Messico; Marine statunitensi assaltano il castello di Chapultepec; battaglia di Cerro Gordo
Data25 aprile 1846 – 2 febbraio 1848
LuogoMessico, Stati Uniti d'America
Casus belliDispute sull'annessione statunitense della Repubblica del Texas e sul rispetto dei confini tra Messico e Stati Uniti
EsitoDecisiva vittoria statunitense, sfociata nel trattato di Guadalupe Hidalgo
Modifiche territorialiGli Stati Uniti ottengono il controllo su Texas, California, Nevada, Utah, Nuovo Messico, Colorado e Wyoming
Schieramenti
Comandanti
Effettivi
1846:
meno di 5 500 regolari[2]
1848:
32 000 regolari
59 000 volontari[3]

Totale:
36 000 regolari[3]
73 000 volontari[2][3]
1846:
19 000 regolari
10 500 miliziani
1 200 guardie di frontiera[4]

Totale:
70 000 regolari
12 000 miliziani[5]
Perdite
Combattimento:
1 733 morti[5]
4 152 feriti[6]

Totale:
13 000 morti[7]
Combattimento:
5 000 morti[5]
Migliaia di feriti[5]

Totale:
25 000 morti[5][8]
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La guerra messico-statunitense[9] contrappose gli Stati Uniti sotto la presidenza Polk e la Repubblica Centralista del Messico tra il 1846 ed il 1848. Il conflitto è anche noto come guerra messicana (Mexican War) negli Stati Uniti e come intervento statunitense in Messico (Intervención estadounidense en México) in Messico.

Il conflitto scoppiò come conseguenza degli attriti tra i due paesi in seguito all'annessione statunitense del Texas nel 1845, osteggiata dal Messico che lo considerava ancora parte della sua nazione. La repubblica del Texas era di fatto un paese indipendente, che divenne parte degli Stati Uniti, nonostante il parere negativo di diversi politici statunitensi, poiché il Texas riconosceva la schiavitù e la sua annessione avrebbe modificato l'equilibrio tra gli Stati del Nord, antischiavisti, e quelli del Sud, schiavisti.

Alle elezioni presidenziali del 1844, vinse il democratico James Knox Polk, il quale promise di espandere gli Stati Uniti verso ovest. Partendo dall'annessione del Texas l'anno seguente,[10] Polk andò oltre, inviando nella regione un'unità dell'esercito e contemporaneamente una missione diplomatica in Messico per negoziare un indennizzo. La presenza militare statunitense era pianificata per provocare il Messico e spingerlo ad attaccare, sfruttando l'eventuale aggressione per convincere il Congresso ad appoggiare il conflitto.[11] Alla fine, i messicani attraversarono il Rio Grande scontrandosi con gli statunitensi nell'incidente di Thornton, dando un motivo al Congresso per dichiarare guerra.

Le forze statunitensi rapidamente occuparono la regione di Santa Fe de Nuevo México e dell'alto Rio Grande, dirigendosi inoltre verso la costa del Pacifico, nella provincia messicana dell'Alta California, puntando poi verso sud mentre la Squadra del Pacifico della Marina bloccava i porti anche nella Bassa California. Nonostante ciò, il Governo messicano rifiutò di firmare una pace, obbligando gli Stati Uniti a invadere l'entroterra del Messico. Così, il generale Winfield Scott raggiunse, e conquistò, Città del Messico. Anche se militarmente sconfitto, il Messico non aveva alcuna intenzione di negoziare, finché Nicholas Trist non riuscì a concludere con successo il trattato di Guadalupe Hidalgo nel 1848, ponendo fine al conflitto. I termini del trattato prevedevano la cessione da parte del Messico delle regioni dell'Alta California e di Santa Fe de Nuevo México, e l'accettazione del Rio Grande come nuovo confine tra i due paesi. D'altra parte, gli Stati Uniti accettarono di pagare 15 milioni di dollari come compensazione per i danni materiali e di cancellare 3,25 milioni di dollari di debito che il Messico aveva con cittadini statunitensi.

La vittoria e l'espansione territoriale ottenuta da Polk[12] ispirò un senso di patriottismo in diverse aree degli Stati Uniti, ma sia la guerra sia il trattato diedero vita a dure critiche, a causa del numero di vittime, del costo economico e dei metodi brutali usati nel conflitto.[13][14] La questione su come gestire i nuovi territori intensificò ulteriormente il dibattito sulla schiavitù negli Stati Uniti d'America. La "Condizione Wilmot", che esplicitamente proibiva l'estensione della schiavitù nei territori acquisiti, non venne infine approvata dal Congresso, nonostante che il dibattito fosse già cominciato durante il conflitto. In Messico, la guerra aggravò le agitazioni politiche interne, soprattutto a causa delle perdite civili, della situazione finanziaria disastrata e dei territori persi.[15]

  1. ^ Solo per il 1846, dopo divenne parte degli Stati Uniti.
  2. ^ a b (EN) The American Army in the Mexican War: An Overview, su pbs.org, PBS, 14 marzo 2006. URL consultato il 13 maggio 2012 (archiviato il 4 maggio 2007).
  3. ^ a b c (EN) The U.S.-Mexican War: Some Statistics, su dmwv.org, Descendants of Mexican War Veterans, 7 agosto 2004. URL consultato il 13 maggio 2012.
  4. ^ (EN) The Organization of the Mexican Army, su pbs.org, PBS, 14 marzo 2006. URL consultato il 13 maggio 2012 (archiviato il 6 novembre 2007).
  5. ^ a b c d e Clodfelter (2017), p. 249.
  6. ^ (EN) Official DOD data, su dmdc.osd.mil (archiviato dall'url originale il 28 febbraio 2014).
  7. ^ (EN) Ronald Cedric White, American Ulysses: a life of Ulysses S. Grant, New York, Random House, 2017, p. 96, ISBN 978-0-8129-8125-4, OCLC 988947112.
    «The Mexican War of 1846-1848, largely forgotten today, was the second costliest war in American history in terms of the percentage of soldiers who died. Of the 78,718 American soldiers who served, 13,283 died, constituting a casualty rate of 16.87 percent. By comparison, the casualty rate was 2.5 percent in World War I and World War II, 0.1 percent in Korea and Vietnam, and 21 percent for the Civil War. Of the casualties, 11,562 died of illness, disease, and accidents.»
  8. ^ (EN) Encyclopedia of War and American Society, 2005, p. 508.
  9. ^ Guerra messico-statunitense, su treccani.it.
  10. ^ (EN) Amy Greenberg, A Wicked War: Polk, Clay, Lincoln, and the 1846 U.S. Invasion of Mexico, Vintage, 2012, p. 33, ISBN 978-0-307-47599-2.
  11. ^ Guardino (2017), p.71.
  12. ^ Rives (1913), p. 658.
  13. ^ (EN) Kenneth C. Davis, Don't Know Much About History, New York, Avon Books, 1995, p. 143.
  14. ^ (EN) Howard Zinn, Chapter 8: We take nothing by conquest, Thank God, in A People's History of the United States, New York, HarperCollins Publishers, 2003, p. 169.
  15. ^ Alcaraz (1850), pp. 1-2.

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