Guerra psicologica

«Durante la seconda guerra mondiale grande era l'interesse verso ciò che fu inizialmente chiamato ingegneria umana, ora noto come ricerca sui fattori umani in rapporto al lavoro delle macchine. Il processo di automazione e il perfezionamento dell'attrezzatura militare rendono sempre più necessaria una capacità di accurata discriminazione da parte degli operatori umani. Un operatore raccoglie segnali visivi sullo schermo radar e distingue i segnali acustici dei dispositivi che amplificano i suoni subacquei. Il pilota deve tenere d'occhio i quadranti dei suoi innumerevoli strumenti e comportarsi di conseguenza. Le istruzioni ricevute in cuffia devono essere distinte sul frastuono circostante e, talvolta, nonostante interferenze intenzionali. Dopo la guerra, la psicologia degli organi di senso trovò nuovi utilizzi nell'industria oltre che nei servizi militari e, naturalmente, in rapporto ai problemi dell'era dei missili e dei satelliti

La guerra psicologica consiste nell'uso pianificato della propaganda e di altre azioni psicologiche allo scopo principale di influenzare opinioni, emozioni, sentimenti, atteggiamenti e comportamenti di settori specifici di una popolazione, o di essa nella sua interezza, in modo tale da favorire il raggiungimento degli obiettivi nazionali [2].

Le guerre psicologiche possono avvenire all'interno di contesti di guerra informativa, o dell'informazione, qualora la diffusione di contenuti persuasivi e ingannevoli al pubblico generale costituisca l'elemento cardine della campagna [3]. Possono assumere un carattere che negli ambienti militari è definito cognitivo nel caso in cui producano fenomeni di polarizzazione e radicalizzazione particolarmente accentuati, pericolosi per la stabilità di una società e difficili da invertire [4].

  1. ^ Psicologia — Corso introduttivo, Giunti, Firenze, 1971 pag. 256
  2. ^ Phil Taylor, Glossary of Relevant Terms & Acronyms: Propaganda and Psychological Warfare Studies, su ics.leeds.ac.uk, University of Leeds UK, 1987. URL consultato il 19 aprile 2008 (archiviato dall'url originale il 2 giugno 2008).
  3. ^ David J. Lonsdale, The Nature of War in the Information Age: Clausewitzian Future, Routledge, 2003, ISBN 978-0714684291.
  4. ^ (EN) Kathy Cao, Sean Glaister, Adriana Pena, Danbi Rhee e William Rong, Countering cognitive warfare: awareness and resilience, su NATO, 20 maggio 2021.

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