Gusto

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Il Mangiafagioli, di Annibale Carracci (1585), allegoria del gusto nelle iconografie dedicate ai cinque sensi.[1]

Il gusto è uno dei cinque sensi, i cui recettori sono le gemme gustative presenti nelle papille gustative della lingua, nel palato molle, nella faringe, nelle guance e nell'epiglottide. Il gusto dipende dalla percezione sinergica di cinque gusti fondamentali: dolce, acido, salato, amaro e umami; alcune ricerche suggeriscono inoltre l'esistenza di un sesto e un settimo gusto fondamentali, associati al fritto e al grasso.[2][3][4]

In ambito specialistico, alcuni autori o scuole di pensiero distinguono tra gusto e sapore.[senza fonte] In questi casi, i sapori sono quelli qui citati (i 5 fondamentali) mentre il gusto è una combinazione di sapore, aroma, tatto, ovvero il flavour. Infatti, il gusto degli alimenti è dato dal sapore in senso stretto, combinato con altre sensazioni percepite negli organi di senso, come l'aroma, la consistenza, la temperatura, le sensazioni tattili come, ad esempio, il piccante, il rinfrescante (come nel mentolo) o l'astringenza. Invece, nel linguaggio comune ci si riferisce al gusto di un alimento come al suo sapore.

In realtà, in fisiologia la corretta distinzione è:[senza fonte]

  • gusto => l'organo di senso (come la vista, l'olfatto, l'udito, il tatto);
  • sapore => la caratteristica sensoriale di tipo gustativo (dolce, salato, acido, amaro e gli altri recentemente scoperti).

Infatti, per delineare l'insieme delle caratteristiche valutate attraverso il senso del gusto occorrerebbe utilizzare non il termine "gusto" (per evitare malintesi) ma perifrasi di tipo "percezioni saporifere, tattili e aromatiche (valutate con il gusto)".

Gli appassionati del gusto possono partecipare agli eventi di degustazione alimentare e specializzarsi per poter effettuare l'esame organolettico degli alimenti. Per alcune sostanze, anche i suoni o la conformazione geometrico/meccanica, rilevati durante l'assaggio, sono rilevanti (basti pensare alle patatine fritte o una caramella o una bevanda frizzante).

Quando un alimento o sostanza ha un gusto gradevole può essere definito palatabile, mentre con palatabilità si definisce la gradevolezza del gusto di tale alimento o sostanza.[5]

In senso metaforico, con il termine gusto oltre l'insieme dei caratteri estetici soggettivi di un individuo o di un gruppo sociale.

  1. ^ Rosolino La Mattina, I cinque sensi nella pittura siciliana, Lussografica, 2004, p. 21.
  2. ^ Fabienne Laugerette, Patricia Passilly-Degrace, Bruno Patris, Isabelle Niot, Maria Febbraio, Jean-Pierre Montmayeur e Philippe Besnard, CD36 involvement in orosensory detection of dietary lipids, spontaneous fat preference, and digestive secretions (PDF), in The Journal of Clinical Investigation, vol. 115, n. 11, novembre 2005, pp. 3177–3184, DOI:10.1172/JCI25299, PMC 1265871, PMID 16276419. URL consultato il 28 dicembre 2007.
  3. ^ Nada A. Abumrad, CD36 may determine our desire for dietary fats (PDF), in The Journal of Clinical Investigation, vol. 115, n. 11, novembre 2005, pp. 2965–2967, DOI:10.1172/JCI26955, PMC 1265882, PMID 16276408. URL consultato il 28 dicembre 2007.
  4. ^ Edwin G. Boring, Sensation and Perception in the History of Experimental Psychology, Appleton Century Crofts, 1942, p. 453.
  5. ^ Palatabilità

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