Hekla | |
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Stato | ![]() |
Altezza | 1 491 m s.l.m. |
Prominenza | 755 m |
Ultima eruzione | 28 febbraio 2000 |
Ultimo VEI | 3 (vulcaniana) |
Codice VNUM | 372070 |
Coordinate | 63°58′59.88″N 19°42′00″W |
Data prima ascensione | 20 giugno 1750 |
Autore/i prima ascensione | Eggert Ólafsson, Bjarni Pálsson |
Mappa di localizzazione | |
«Né potea conservare quella tranquillità della vita alla quale erano rivolti i miei pensieri: perché le tempeste spaventevoli di mare e di terra e ruggiti spaventevoli del monte Ecla [...] non intermettevano mai di turbarmi.»
L'Hekla, in italiano Ecla, è un vulcano situato nel Sud-ovest dell'Islanda, alto 1 491 m. È il vulcano più noto d'Islanda; nel Medioevo era ritenuto la porta dell'inferno. Si trova al centro della frattura che da sud ovest a nord est segna l'Islanda ed è molto attivo: nell'ultimo millennio sono state censite una ventina di eruzioni, dalla prima rilevata nel 1104 alle più recenti (1980, 1991 e 2000). Il suo nome significa "incappucciato" e deriva dal fatto che la cima del vulcano è quasi sempre coperta da nubi[1].
In particolare una delle eruzioni più violente è avvenuta nel II millennio a.C., quando il vulcano rilasciò nell'atmosfera, poco dopo la sua eruzione, chilometri cubi di materiale[2].
Il monte viene menzionato nel Dialogo della Natura e di un Islandese (Operette morali) di Giacomo Leopardi dove il protagonista (l'islandese), lamentandosi delle difficoltà e dei pericoli affrontati nella sua vita, ricorda anche le continue eruzioni dell'Hekla.
Alle due pendici è in corso il progetto Hekluskógar, il cui fine ultimo è quello di ristabilire lungo le pendici del vulcano gli originari boschi di betulle e salici autoctoni, tramite la concimazione del suolo e la semina dell'erba.
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