Hieronymus Bosch

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Hieronymus Bosch

Hieronymus Bosch (pronuncia olandese [ɦijeːˈɾoːnimʏs bɔs]), pseudonimo di Jeroen Anthoniszoon van Aken[1] (pronuncia [jəˈrun ɑnˈtoːnɪsoːn vɑn ˈaːkəⁿ]; 's-Hertogenbosch, 2 ottobre 1453's-Hertogenbosch, 9 agosto 1516), è stato un pittore fiammingo.

Fu noto come El Bosco in lingua spagnola, Gerolamo Bosco, o Bosco di Bolduc, o ancora Ieronimo Bos[2] in quella italiana (da Bosch e Bois le Duc, traduzione francese di 's-Hertogenbosch = "Bosco Ducale", città natale di Bosch); in alcuni suoi dipinti si firmò con il solo cognome, Bosch.

La ricchezza di inventiva nelle sue opere, vere e proprie visioni, ha chiamato in causa dottrine diverse, tra esse la psicoanalisi, ciascuna delle quali diede una propria lettura, talvolta anche non compatibile storicamente. Sicuramente la sua opera andò di pari passo con le dottrine religiose e intellettuali dell'Europa centro-settentrionale che, al contrario dell'Umanesimo italiano, negavano la supremazia dell'intelletto, ponendo piuttosto l'accento sugli aspetti trascendenti e irrazionali: ne sono esempio le prime elaborazioni di Martin Lutero e le opere di Sebastian Brandt ed Erasmo da Rotterdam[3].

Con grande ironia, Bosch mise in scena i conflitti dell'uomo rispetto alle regole imposte dalla morale religiosa, quindi la caduta nel vizio e il destino infernale, per redimersi dal quale appare il riferimento alle vite dei santi, attraverso l'imitazione della loro vita dedita alla meditazione anche se circondati dal male o, nelle tavole con la Passione di Cristo, attraverso la meditazione sulle pene sofferte dal Cristo per riscattare dal peccato universale il genere umano, che porta all'immedesimazione stessa del riguardante e alla salvezza[3].

Bosch non datò mai i suoi dipinti e ne firmò solo alcuni. Il re Filippo II di Spagna fu un appassionato collezionista dei suoi lavori, muovendosi tramite i suoi emissari nei Paesi Bassi spagnoli qualche decennio dopo la morte del pittore; come risultato la Spagna è oggi il paese che in assoluto possiede il maggior numero di opere del pittore, soprattutto al Museo del Prado e al Monastero dell'Escorial a Madrid.

  1. ^ Dai dati d'archivio si rileva che il pittore era più comunemente chiamato "Joen" di cui "Jeroen" era la forma più elegante. Cfr. G.C.M. van Dijck, Hieronimus van Aken/Hieronymus Bosach: His Life and "Portraits", in: Jos Koldeweij, Bernard Vermet, Barbera van Kooij (eds.), cit., pag.10
  2. ^ Cfr. quest’ultimo Le opere di Giorgio Vasari pittore e architetto aretino, parte prima- comprendente porzione delle Vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti, Firenze, 1832-38, Per David Passagli e Socj, pag. 693.
  3. ^ a b De Vecchi-Cerchiari, cit., pag. 226.

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