Indice di sviluppo umano

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Mappa dell'indice di sviluppo umano per quartili (Rapporto 2020, basato su dati 2016, pubblicato il 2020).[1]

     0,800–1,000 (Molto Alto)

     0,700–0,799 (Alto)

     0,550–0,699 (Medio)

     0,350–0,549 (Basso)

     dati non disponibili

Mappa dell'indice di sviluppo umano per decili (Rapporto 2020, basato su dati 2019)[2]

     ≥ 0,900

     0,850–0,899

     0,800–0,849

     0,750–0,799

     0,700–0,749

     0,650–0,699

     0,600–0,649

     0,550–0,599

     0,500–0,549

     0,450–0,499

     0,400–0,449

     ≤ 0,399

     Dati non disponibili

L'indice di sviluppo umano (in inglese Human Development Index, HDI) è un indicatore di sviluppo macroeconomico elaborato nel 1990 dall'economista pakistano Mahbub ul Haq, seguito inizialmente anche dall'economista indiano Amartya Sen. È stato utilizzato, accanto al PIL (prodotto interno lordo), dall'Organizzazione delle Nazioni Unite a partire dal 1993 per valutare la qualità della vita dei membri di un paese.

In precedenza, veniva utilizzato soltanto il PIL, indicatore di sviluppo macroeconomico che rappresenta il valore monetario dei beni e dei servizi prodotti in un anno in una nazione e che si basa quindi esclusivamente sulla crescita e non tiene conto del capitale (soprattutto naturale) che viene perso nei processi di crescita. Questi parametri misurano solo il valore economico totale e una distribuzione media del reddito. In pratica, un cittadino molto ricco controbilancia con la sua ricchezza un gran numero di poveri, falsando in tal modo il livello di vita complessivo.

Si cercò quindi, attraverso l'indice di sviluppo umano, di tener conto di differenti fattori, oltre al PIL procapite, che non potevano essere detenuti in modo massiccio da pochi individui, come l'alfabetizzazione e la speranza di vita, ottenendo in questo modo un indice multidimensionale. La scala dell'indice è in millesimi decrescente da 1 a 0 e si suddivide, in base ai quartili (dal 2010), in quattro gruppi: paesi a sviluppo umano molto alto, paesi ad alto sviluppo umano, paesi a medio sviluppo e paesi a basso sviluppo umano.

Nel 2020 è stato aggiunto all'Indice, in via sperimentale, un indice di pressione ambientale P (PHDI, Planetary pressures-adjusted).


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