Ipazia

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Ipazia di Alessandria, illustrazione del 1908 di Jules Maurice Gaspard

Ipàzia (in greco antico: Ὑπατία?, Hypatía, in latino Hypatia; Alessandria d'Egitto, 355Alessandria d'Egitto, marzo 415[1]) è stata una matematica, astronoma e filosofa greca antica.

Rappresentante della filosofia neo-platonica,[2] la sua uccisione a circa sessanta anni da parte di una folla di cristiani in tumulto,[3] per alcuni autori composta di monaci detti parabolani,[4] l'ha resa secondo il teosofo Augusto Agabiti una «martire della libertà di pensiero».[5]

  1. ^ L'ipotesi che Ipazia sia morta l'8 marzo è solo un'ipotesi suggestiva, formulata dopo l'istituzione, in quel giorno, della «festa della donna»: Adriano Petta e Antonio Colavito, Ipazia, scienziata alessandrina 8 marzo 415 d.C.
  2. ^ Cfr., ad es., Mary Ellen Waithe. Encyclopedia of Philosophy, vol.4 NY, MacMillan, 2005 p. 534 e sgg. e G. J. Toomer Oxford Classical Dictionary. Oxford University Press 1970.
  3. ^

    «In 415 Hypatia, a noted pagan teacher of classical philosophy, was killed by a Christian mob.»

    Cfr. anche, tra gli altri, Christoph Markschie. In cammino tra due mondi: strutture del cristianesimo antico. Milano, Vita e Pensiero, 2003, p. 19; Enrico Pepe. Il santo del giorno vol.2 Città Nuova 2009 p. 254; Claudio Moreschini. Letteratura cristiana delle origini. Greca e latina Città Nuova, 2007 p.128;
  4. ^ Cfr. tra gli altri, Julien Ries Opera Omnia vol. 1 p. 176 Milano, Jaca Book, 2006; Francesco Romano, Porfirio di Tiro: filosofia e cultura nel III secolo Parte 3. p. 52 Università di Catania 1979. L'eventuale coinvolgimento dei parabolani, monaci-infermieri alle dirette dipendenze del vescovo di Alessandria Cirillo nonché sua "guardia del corpo" (cfr. al riguardo Salvatore Pricoco. Da Costantino a Gregorio Magno, in Storia del cristianesimo. Vol. I a cura di Giovanni Filoramo e Daniele Menozzi. Bari, Laterza, 2008, pp. 346-347), chiamerebbe in causa il diretto coinvolgimento del vescovo Cirillo, coinvolgimento evidenziato da Jacques Lacarrière (Die Gott-Trunkenen, 1967, p. 151); notano comunque Heinrich Fries e Georg Kretschmar che:

    «Socrate, che sulla vita di Isidoro era meglio informato di Damascio, non tira in ballo Cirillo nell'assassinio della filosofa neoplatonica Ipazia nel marzo 415, che i cristiani sospettavano di essere forse la consulente astrologica del prefetto. Tuttavia anche se l'arcivescovo era un politico troppo avveduto per lasciarsi compromettere da una impresa tanto esecrabile, resta però il fatto che l'organizzazione del delitto fu, non di meno, l'opera di un suo chierico.»

    Ilaria Ramelli e Moreno Morani sono intervenuti, mediante articoli giornalistici e interventi su blog (cfr. Copia archiviata (PDF), su laici.org. URL consultato il 25 luglio 2010 (archiviato dall'url originale il 14 agosto 2010). e Ma non è detto che Ipazia fu uccisa dai cristiani), per sostenere invece che il coinvolgimento del vescovo Cirillo e della Chiesa di Alessandria non risulterebbero evidenti dalle fonti di riferimento.

  5. ^ Ad es. Augusto Agabiti, Ipazia: La prima martire della libertà di Pensiero, Enrico Voghera, 1914.

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