Ipàzia (in greco antico: Ὑπατία?, Hypatía, in latino Hypatia; Alessandria d'Egitto, 355 – Alessandria d'Egitto, marzo 415[1]) è stata una matematica, astronoma e filosofa greca antica.
Rappresentante della filosofia neo-platonica,[2] la sua uccisione a circa sessanta anni da parte di una folla di cristiani in tumulto,[3] per alcuni autori composta di monaci detti parabolani,[4] l'ha resa secondo il teosofo Augusto Agabiti una «martire della libertà di pensiero».[5]
«In 415 Hypatia, a noted pagan teacher of classical philosophy, was killed by a Christian mob.»
«Socrate, che sulla vita di Isidoro era meglio informato di Damascio, non tira in ballo Cirillo nell'assassinio della filosofa neoplatonica Ipazia nel marzo 415, che i cristiani sospettavano di essere forse la consulente astrologica del prefetto. Tuttavia anche se l'arcivescovo era un politico troppo avveduto per lasciarsi compromettere da una impresa tanto esecrabile, resta però il fatto che l'organizzazione del delitto fu, non di meno, l'opera di un suo chierico.»
Ilaria Ramelli e Moreno Morani sono intervenuti, mediante articoli giornalistici e interventi su blog (cfr. Copia archiviata (PDF), su laici.org. URL consultato il 25 luglio 2010 (archiviato dall'url originale il 14 agosto 2010). e Ma non è detto che Ipazia fu uccisa dai cristiani), per sostenere invece che il coinvolgimento del vescovo Cirillo e della Chiesa di Alessandria non risulterebbero evidenti dalle fonti di riferimento.
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