Italo Svevo

Italo Svevo

Italo Svevo, pseudonimo di Aron Hector Schmitz (Trieste, 19 dicembre 1861Motta di Livenza, 13 settembre 1928), è stato uno scrittore e drammaturgo italiano.

Cresciuto in un contesto mitteleuropeo, ha tratto il suo pseudonimo dalle due culture, italiana e tedesca, che formarono la sua educazione.[1]

Impiegato di banca, attività a cui fu costretto per motivi economici, iniziò a cimentarsi con la scrittura in articoli e racconti. Nel 1892 scrisse il suo primo romanzo, Una vita, a cui seguirono Senilità (1898) e la sua opera più celebre La coscienza di Zeno nel 1923 che lo pose all'attenzione della critica. Formatosi sugli scrittori realisti francesi, sulla filosofia di Schopenhauer e gli scritti di Sigmund Freud, Svevo introdusse nella letteratura italiana una visione analitica del reale, sottoposta a una continua interiorizzazione, sempre attenta ai moti della coscienza. L'indagine sull'inconscio, spesso mutuata dall'ironia e dal grottesco, diventa protagonista delle sue opere che presentano sempre un eroe negativo, preso da una "malattia" che altro non è che la condizione di crisi esistenziale di una società priva di valori.[2]

  1. ^ Giorgio Luti, Svevo, Il Castoro, Firenze, 1970
  2. ^ Giacinto Spagnoletti, Svevo, Ediz. Accademia, Milano, 1972

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