Itanium

Itanium
Central processing unit
Processore Itanium 2
Prodottodal metà 2001 al 2021[1]
ProduttoreIntel
ApplicazioniHPE Integrity Servers
Specifiche tecniche
Frequenza CPU733 MHz / 2,53 GHz
Frequenza FSB300 MHz / 667 MHz
Set di istruzioniItanium
N° di core (CPU)1, 2 , 4 o 8
Nome core
  • McKinley
  • Madison
  • Hondo
  • Deerfield
  • Montecito
  • Montvale
  • Tukwila
  • Poulson
  • Kittson
Socket

Itanium (/aɪˈteɪniəm/) è una famiglia di microprocessori Intel a 64 bit di cessata produzione[2] che implementava l'architettura Intel Itanium (precedentemente chiamata IA-64). Itanium è il nome commerciale del primo processore con architettura interamente a 64 bit sviluppato da Intel insieme a Hewlett-Packard[3] allo scopo di fare concorrenza ai processori RISC DEC Alpha. Tale architettura prende il nome di IA-64, per differenziarsi dalla IA-32 alla base delle altre CPU Intel, Xeon sempre per i server, Pentium (Pentium 4 compresi i predecessori e Pentium D) e Core.

Originariamente previsto per il 2000, è invece arrivato sul mercato solo a giugno 2001[4] dopo molti rimandi e alcune smentite che volevano sostenere addirittura l'abbandono del progetto per gli alti costi e le scarse previsioni di rendita.

L'architettura Itanium nacque presso Hewlett-Packard (HP) e venne successivamente sviluppata congiuntamente da HP e Intel. Il primo processore Itanium, nome in codice "Merced", venne lanciato sul mercato nel giugno 2001; inizialmente Intel commercializzò questi processori per server aziendali e sistemi di calcolo ad alte prestazioni prevedendo una espansione verso il mercato consumer in un secondo momento. All'epoca gli analisti dei due colossi coinvolti nel progetto, ritenevano infatti che l'architettura IA-64 dopo una - all'epoca ritenuta inevitabile - affermazione nel mondo server e "mission critical", si sarebbe estesa successivamente ai server di fascia più bassa, sostituendo Xeon, e sarebbe alla fine penetrata anche nel mercato dei personal computer a livello consumer, in ultima analisi soppiantando le architetture RISC e CISC allora esistenti per tutte le applicazioni ad uso generale.

Alla sua prima uscita nel 2001, le prestazioni di Itanium si rivelarono tuttavia deludenti[5] rispetto a quelle dei processori RISC e CISC all'epoca padroni del mercato, tanto che in svariati articoli su The Register ed altre pubblicazioni dell'epoca[6] si ironizzò sul nome della nuova CPU, modificandolo in "Itanic" (il nome apparve per la prima volta su Usenet nell'ottobre 1999 poche ore dopo l'annuncio del nuovo nome commerciale del chip)[7] con riferimento al Titanic, alla sua presunta inaffondabilità affermata all'atto del varo ed all'amaro contrasto con la sua terribile fine. L'emulazione per eseguire le applicazioni e i sistemi operativi x86 esistenti era particolarmente scarsa. I sistemi basati su Itanium sono stati prodotti da HP e dalla sua successiva controparte Hewlett Packard Enterprise (HPE) nella linea di server Integrity, e da diversi altri produttori.

Nel febbraio 2017, Intel rilasciò la generazione finale, Kittson, per i clienti di prova e a maggio iniziò a distribuirlo in volumi. È stato utilizzato esclusivamente nei server mission-critical di HPE.

Nel 2019, Intel annunciò che nuovi ordini per Itanium sarebbero stati accettati fino al 30 gennaio 2020 e le spedizioni sarebbero cessate entro il 29 luglio 2021[8]. Questo avvenne secondo programma, portando alla cessazione totale della produzione e della commercializzazione del prodotto.

Itanium non ha mai avuto successo al di fuori dei server aziendali e dei sistemi di calcolo ad alte prestazioni, e l'architettura è stata alla fine soppiantata dall'architettura x86-64 (chiamata anche AMD64) del concorrente AMD. Infatti mentre Intel si dibatteva nei problemi, avendo la sua nuova creatura a 64 bit problemi di alti costi, basse prestazioni rispetto alle aspettative e sostanziale mancanza di software scritto appositamente per essa, AMD introdusse x86-64, un'estensione compatibile dell'architettura x86 a 32 bit, quindi dotata di nuova architettura a 64 bit, ma restando compatibile con l'architettura a 32 bit su cui era basato tutto il mondo software all'epoca esistente. Tale implementazione x86-64 fu alla fine quella vincente, e diede origine ai processori server di AMD della linea Opteron e tanto che anche Intel stessa dovette implementarla, ad esempio, nella linea Xeon. Dal 2009, la maggior parte dei server iniziò ad adottare i processori x86-64, che fecero quello che era stato ambizione del progetto Itanium, overo espandersi dalla fascia server a quella consumer, conquistando il mercato dei PC domestici e da gaming.

In un articolo intitolato "Intel's Itanium is finally dead: The Itanic sunken by the x86 juggernaut"[9] Techspot dichiarò "La promessa di successo di Itanium finì affondata dalla mancanza di supporto legacy a 32 bit su cui era basato tutto l'ecosistema preesistente e dalle difficoltà nel lavorare con l'architettura per scrivere e mantenere il software" mentre l'affermazione di una singola ISA dominante si sarebbe avuta con l'implementazione dalle estensioni AMD64.

  1. ^ Alfonso Maruccia, Intel: addio a Itanium. Dal 2021, su PC Professionale, 4 febbraio 2019.
  2. ^ (EN) Intel’s Itanium, once destined to replace x86 processors in PCs, hits end of line, su PCWorld. URL consultato il 16 agosto 2023.
  3. ^ Inventing Itanium- How HP Labs helped create the next generation chip architeture, su hpl.hp.com.
  4. ^ Itanium oggi debutta, su punto-informatico.it.
  5. ^ (EN) Mike Magee, Intel's Itanic epic to run and run, su www.theregister.com. URL consultato il 16 agosto 2023.
  6. ^ A Titanic Story – The History of the Itanium – OSnews, su www.osnews.com. URL consultato il 16 agosto 2023.
  7. ^ the Register, Amd VS Intel, su theregister.com.
  8. ^ [1]
  9. ^ (EN) Intel's Itanium is finally dead, su TechSpot, 1º agosto 2021. URL consultato il 16 agosto 2023.

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