J. D. Salinger

«Io abito a New York, e stavo pensando al laghetto di Central Park, quello vicino a Central Park South. Chissà se arrivando a casa l'avrei trovato ghiacciato, e se sì, chissà dov'erano andate le anatre. Chissà dove andavano le anatre quando il lago gelava e si copriva di ghiaccio. Chissà se arrivava qualcuno in furgone che le caricava tutte quante per portarle in uno zoo o chissà dove. O se volavano via e basta.»

Salinger nel 1950
Firma di J. D. Salinger

J. D. Salinger ([ˈsælɪndʒər]), all'anagrafe Jerome David Salinger (New York, 1º gennaio 1919Cornish, 27 gennaio 2010) è stato uno scrittore statunitense. È divenuto celebre per aver scritto Il giovane Holden (The Catcher in the Rye), romanzo di formazione che ha riscosso un'enorme popolarità fin dalla sua pubblicazione, nel 1951, per poi divenire un classico della letteratura americana.

I temi principali nei lavori di Salinger sono la descrizione dei pensieri e delle azioni di giovani disadattati, adolescenti sempre silenziosi che non esprimono ciò che provano, la capacità di redenzione che i bambini hanno su questi, e il disgusto per la società borghese e convenzionale. Salinger fu uno degli ispiratori del movimento letterario della Beat Generation, insieme ad altri autori.[1]

Salinger partecipò poco più che ventenne alla seconda guerra mondiale e fu tra i primi soldati americani ad entrare in un lager nazista, esperienza che lo segnò. Nel 1953 lasciò New York, andando a Cornish, riducendo i contatti umani fino a vivere da recluso a partire dal 1980, forse a causa della difficoltà ad adattarsi alle luci della ribalta.

Salinger era conosciuto per la sua natura schiva e riservata, e spesso fu descritto come un misantropo[2]; in cinquant'anni rilasciò pochissime interviste: nel 1953 ad una studentessa per la pagina scolastica The Daily Eagle di Cornish, nel 1974 al The New York Times la sua ultima intervista. Non effettuò apparizioni pubbliche, né pubblicò nulla di nuovo dal 1965 (anno in cui apparve sul New Yorker un ultimo racconto) fino alla morte, benché avesse continuato a scrivere.

  1. ^ come Ralph Waldo Emerson, Henry David Thoreau, Walt Whitman, Louis-Ferdinand Céline e il movimento degli Angry Young Men
  2. ^ Joyce Maynard: il mio tormento si chiama Salinger, su archiviostorico.corriere.it. URL consultato il 26 dicembre 2013 (archiviato dall'url originale il 26 dicembre 2013).

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