Lampo gamma

Rappresentazione artistica dell'evento GRB 080319B.

I lampi gamma, abbreviati GRB dalla locuzione inglese gamma ray burst (esplosione di raggi gamma), sono, in astronomia, un fenomeno transiente rappresentato da intensi lampi di raggi gamma la cui durata è estremamente varia: da pochi millisecondi a diverse decine di minuti e perfino ore (GRB 11209A). Proprio la constatazione di tale differente durata ha indotto la comunità scientifica a classificarli in due tipi principali: lampi gamma brevi (short gamma-ray bursts) se durano meno di 2 secondi, e lampi gamma lunghi (long gamma-ray bursts) se durano più di 2 secondi. Un terzo tipo di GRB, quello dei lampi gamma ultra-lunghi (ultra-long gamma-ray bursts), è stato proposto sulla base della durata del prompt[1] del GRB 11209A (più di 7 ore), ma non esiste consenso scientifico per tale ulteriore categoria di GRB.[2][3][4][5] Tuttavia, il riscontro negli anni di lampi gamma "borderline" tra le due classi ha indotto all'introduzione di una classificazione più recente basata su altri criteri, in cui gioca ruolo chiave in particolare la natura del progenitore, con lampi di Tipo I, prodotti in sistemi binari (due stelle di neutroni o una stella di neutroni ed un buco nero), e lampi di Tipo II, ovvero i classici lampi associabili alla morte di stelle massicce, ma quest'ultima non è universale.[6][7][8]

Se si assume che i GRB emettano energia isotropica (Eiso), ovvero uniforme in tutte le direzioni, queste potenti esplosioni possono sfiorare i 1048 J][9] (GRB 080916C/221009A), pari a circa 10 000 volte l'energia emessa dal Sole nell'arco della sua esistenza (10 miliardi di anni) o all'energia media nel visibile di 10 000 supernove (foe),[10] costituendo il fenomeno transiente[11] più energetico finora osservato nell'universo.[12][13][14] Attualmente si pensa che i lampi gamma siano esplosioni altamente collimate, con l'energia concentrata in due getti che si muovono in direzioni opposte. Il loro valore reale (Eo)[15] è così minore a causa del fattore di collimazione. Per angoli di 4-8 gradi si riduce a 1044-1045 J.[14][16][17][18][19] Secondo alcune stime, il GRB 221009A avrebbe emesso Eo pari a ~5×1046 J.[20]

Schema illustrativo delle fasi di un GRB lungo secondo il modello della collapsar. La stella collassa in un buco nero rotante e il materiale si concentra in un disco di accrescimento; la distorsione dei campi magnetici e/o dello spazio-tempo fa sì che i getti relativistici siano proiettati dai "poli" del buco nero, liberi dal disco di accrescimento.

Si ritiene che siano prodotti dalla fusione di due stelle di neutroni, o di una stella di neutroni ed un buco nero nel caso dei GRB brevi, o dal collasso gravitazionale di una stella massiccia nel caso dei GRB lunghi (collapsar) che produce una magnetar (stella di neutroni con campo magnetico estremo) ad altissima rotazione, o un buco nero. Il meccanismo più ampiamente accettato per l'origine dei GRB lunghi è il modello collapsar,[21] in cui il nucleo di una stella estremamente massiccia, a bassa metallicità e in rapida rotazione, collassa in un buco nero nelle fasi finali della sua evoluzione. La materia vicino al nucleo della stella piove verso il centro e vortica in un disco di accrescimento ad alta densità. L'immane quantità di materia non viene del tutto "assorbita" dal buco nero, che così spinge una coppia di getti relativistici di materia in eccesso lungo l'asse di rotazione; essi si propagano a velocità relativistiche lungo l'involucro stellare e alla fine ne oltrepassano la superficie, irradiandosi come raggi gamma. Alcuni modelli alternativi sostituiscono il buco nero con una magnetar di nuova formazione;[22][23] in realtà il meccanismo è il medesimo, indipendentemente dalla natura del "motore interno".

Furono scoperti per la prima volta nel 1967 dai satelliti "Vela", messi in orbita per identificare radiazioni gamma provenienti da detonazioni di armi nucleari sovietiche. Dopo un iniziale, fugace ed intensissimo flusso di raggi gamma che costituisce il fenomeno del lampo gamma in senso stretto, un bagliore residuo (afterglow), visibile nelle altre bande spettrali (radio, IR, visibile, UV, raggi X) venne rilevato solo nel 1997 da BeppoSAX per il GRB 970228.[24][25] Già nel 1993 si teorizzava l'effetto del fenomeno su più lunghezze d'onda dello spettro elettromagnetico.[26][27]

I GRB, a dispetto della loro potenza, sono fenomeni abbastanza frequenti (all'incirca uno al giorno) e la loro distribuzione nel cielo è isotropa, ovvero avvengono in direzioni del tutto casuali ed imprevedibili. I GRB sono eventi cosmologici, situati in galassie esterne alla Via Lattea e talvolta la fonte viene rilevata fino all'estremità dell'universo visibile. Il lampo gamma più lontano finora osservato, denominato GRB 090423, testimonia una esplosione stellare catastrofica avvenuta più di 13 miliardi di anni fa.[28] Date le immani energie coinvolte nel fenomeno, è stato ipotizzato che se un GRB si verificasse nella Galassia e puntasse uno dei 2 fasci di energia verso la Terra da una distanza anche di migliaia di anni luce, potrebbe causare estinzione di massa della vita animale e vegetale sul pianeta,[29][30] e uno dei possibili "colpevoli" dell'estinzione di massa dell'Ordoviciano-Siluriano è stato identificato proprio in un lampo gamma.[31]

Un GRB è usualmente indicato con la data (anno-mese-giorno) in cui è stato osservato e, se più di un burst è stato rivelato nello stesso giorno, si usa porre una lettera finale per indicarne l'ordine (A per il primo, B per il secondo, etc.). Ad esempio, GRB 050509B è il secondo GRB osservato il 9 maggio 2005.

  1. ^ Si rimanda al paragrafo [I principali modelli: "fireball" e BdHN] per la differenza tra prompt e afterglow
  2. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore :17
  3. ^ (EN) Nancy Atkinson, New Kind of Gamma Ray Burst is Ultra Long-Lasting, su Universe Today, 16 aprile 2013. URL consultato il 22 febbraio 2021.
  4. ^ (EN) M. Boër, B. Gendre e G. Stratta, ARE ULTRA-LONG GAMMA-RAY BURSTS DIFFERENT?, in The Astrophysical Journal, vol. 800, n. 1, 4 febbraio 2015, p. 16, DOI:10.1088/0004-637x/800/1/16. URL consultato il 22 febbraio 2021.
  5. ^ (EN) Bin-Bin Zhang, Bing Zhang e Kohta Murase, How Long does a Burst Burst?, in The Astrophysical Journal, vol. 787, n. 1, 5 maggio 2014, p. 66, DOI:10.1088/0004-637X/787/1/66. URL consultato il 22 febbraio 2021.
  6. ^ (EN) D. A. Kann, S. Klose e B. Zhang, THE AFTERGLOWS OFSWIFT-ERA GAMMA-RAY BURSTS. I. COMPARING PRE-SWIFTANDSWIFT-ERA LONG/SOFT (TYPE II) GRB OPTICAL AFTERGLOWS, in The Astrophysical Journal, vol. 720, n. 2, 2010-08, pp. 1513–1558, DOI:10.1088/0004-637X/720/2/1513. URL consultato il 7 settembre 2021.
  7. ^ (EN) D. A. Kann, S. Klose e B. Zhang, THE AFTERGLOWS OFSWIFT-ERA GAMMA-RAY BURSTS. II. TYPE I GRB VERSUS TYPE II GRB OPTICAL AFTERGLOWS, in The Astrophysical Journal, vol. 734, n. 2, 2011-06, pp. 96, DOI:10.1088/0004-637X/734/2/96. URL consultato il 7 settembre 2021.
  8. ^ (EN) Ye Li, Bing Zhang e Qiang Yuan, A Comparative Study of Long and Short GRBs. II. A Multiwavelength Method to Distinguish Type II (Massive Star) and Type I (Compact Star) GRBs, in The Astrophysical Journal, vol. 897, n. 2, 2020-07, pp. 154, DOI:10.3847/1538-4357/ab96b8. URL consultato il 7 settembre 2021.
  9. ^ Nelle ricerche scientifiche, in genere, si adopera quale unità di misura dell'energia l'erg; ivi, per comodità, sarà utilizzato il joule, più familiare. 1 joule è pari a 107 erg, ovvero pari a 10000000 erg.
  10. ^ In una supernova di tipo Ia l'energia emessa nello spettro visibile coincide con l'energia totale ed è pari ad un foe, ovvero 1044 J; in una di tipo II essa è solo 1/100 dell'energia totale, giacché il 99% dell'energia totale è emessa in forma di neutrini, per un totale di 1046 J.
  11. ^ È opportuno specificare la natura transiente dei lampi gamma quale fenomeno più potente nell'universo. Le esplosioni o eruzioni dei Nuclei Galattici Attivi (AGN) e i "venti" o riflussi provenienti dai nuclei dei quasar, ad esempio, possono essere moltissimi ordini di grandezza più energetici dei lampi gamma, ma la loro energia totale si manifesta nelle decine-centinaia di milioni di anni.
  12. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore :0
  13. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore :1
  14. ^ a b (EN) A. A. Abdo, M. Ackermann e M. Arimoto, Fermi Observations of High-Energy Gamma-Ray Emission from GRB 080916C, in Science, vol. 323, n. 5922, 19 febbraio 2009, DOI:10.1126/science.1169101. URL consultato il 24 febbraio 2021.
  15. ^ Si rimanda al paragrafo "Distanza e scala energetica" per la differenza tra Eiso, Eo e Ey.
  16. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore :33
  17. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore :34
  18. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore :21
  19. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore :25
  20. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore :68
  21. ^ (EN) A. MacFadyen e S. E. Woosley, Collapsars - Gamma-Ray Bursts and Explosions in "Failed Supernovae", in The Astrophysical Journal, vol. 524, n. 1, 10 ottobre 1999, pp. 262-289, DOI:10.1086/307790. URL consultato il 20 marzo 2021.
  22. ^ (EN) Bing Zhang e Peter Meszaros, Gamma-ray Burst Afterglow with Continuous Energy Injection: Signature of a Highly-Magnetized Millisecond Pulsar, in The Astrophysical Journal, vol. 552, n. 1, 1º maggio 2001, pp. L35–L38, DOI:10.1086/320255. URL consultato il 20 marzo 2021.
  23. ^ (EN) E. Troja, G. Cusumano e P. O'Brien, Swift observations of GRB 070110: an extraordinary X-ray afterglow powered by the central engine, in The Astrophysical Journal, vol. 665, n. 1, 10 agosto 2007, pp. 599-607, DOI:10.1086/519450. URL consultato il 20 marzo 2021.
  24. ^ (EN) J. V. Paradijs, P. Groot e T. Galama, Transient optical emission from the error box of the γ-ray burst of 28 February 1997, in Nature, 1997, DOI:10.1038/386686A0. URL consultato il 22 febbraio 2021.
  25. ^ (EN) E. Costa, F. Frontera e J. Heise, Discovery of an X-ray afterglow associated with the γ-ray burst of 28 February 1997, in Nature, vol. 387, n. 6635, 1997-06, pp. 783-785, DOI:10.1038/42885. URL consultato il 2 marzo 2021.
  26. ^ (EN) Bohdan Paczynski e James E. Rhoads, Radio Transients from Gamma-Ray Bursters, in The Astrophysical Journal, vol. 418, 1993-11, pp. L5, DOI:10.1086/187102. URL consultato il 22 febbraio 2021.
  27. ^ (EN) Gerald J. Fishman e Charles A. Meegan, Gamma-Ray Bursts, in Annual Review of Astronomy and Astrophysics, vol. 33, 1995, pp. 415-458, DOI:10.1146/annurev.aa.33.090195.002215. URL consultato il 22 febbraio 2021.
  28. ^ (EN) R. Salvaterra, M. Della Valle e S. Campana, GRB090423 at a redshift of z~8.1, in Nature, vol. 461, 1º ottobre 2009, pp. 1258-1260, DOI:10.1038/nature08445. URL consultato il 2 marzo 2021.
  29. ^ (EN) Brian C. Thomas, Gamma-Ray Bursts as a Threat to Life on Earth, 26 marzo 2009, DOI:10.1017/S1473550409004509. URL consultato il 23 febbraio 2021.
  30. ^ (EN) Osmel Martin, Rolando Cardenas e Mayrene Guimaraes, Effects of Gamma Ray Bursts in Earth Biosphere, 11 novembre 2009, DOI:10.1007/s10509-009-0211-7. URL consultato il 23 febbraio 2021.
  31. ^ (EN) A. Melott, B. Lieberman e C. Laird, Did a gamma-ray burst initiate the late Ordovician mass extinction?, 15 settembre 2003, DOI:10.1017/S1473550404001910. URL consultato il 23 febbraio 2021.

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