Legge di Lenz

In fisica, la legge di Lenz, formulata dal fisico russo Heinrich Friedrich Emil Lenz nel 1834,[1] è una conseguenza della legge di conservazione dell'energia che determina la direzione della forza elettromotrice risultante dall'induzione elettromagnetica in un circuito elettrico. La legge stabilisce che la variazione temporale del flusso del campo magnetico attraverso l'area abbracciata da un circuito genera nel circuito una forza elettromotrice che contrasta la variazione.[2]

Per esempio, inserendo il polo nord di un magnete permanente all'interno di una bobina si forma una corrente elettrica in quest'ultima, che genera a sua volta un campo magnetico. Per la legge di Lenz la corrente scorre in modo tale da rendere l'estremo della bobina interessato dall'introduzione del magnete un polo nord, che respinge il magnete stesso opponendosi al suo inserimento. Estraendo il magnete (ovvero imponendogli un movimento nella direzione opposta) la corrente cambia segno, e l'estremo della bobina diventa un polo sud, che si oppone nuovamente al movimento del magnete.

La legge fornisce una caratterizzazione qualitativa della direzione della corrente indotta nel circuito,[3] e si esprime attraverso il segno meno nella legge di Faraday:

dove è il flusso del campo magnetico concatenato ed la forza elettromotrice.

  1. ^ Lenz, E. (1834), "Ueber die Bestimmung der Richtung der durch elektodynamische Vertheilung erregten galvanischen Ströme", Annalen der Physik und Chemie, 107 (31), pp. 483–494. A partial translation of the paper is available in Magie, W. M. (1963), A Source Book in Physics, Harvard: Cambridge MA, pp. 511–513.
  2. ^ Lenz's law, su Encyclopædia Britannica. URL consultato il 5 ottobre 2019.
  3. ^ Douglas C. Giancoli, Physics: principles with applications, 5ª ed., 1998.

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