Massacro di Nanchino

Massacro di Nanchino
Corpi accatastati di civili cinesi uccisi durante il massacro del dicembre 1937
Tipomassacro
Datadicembre 1937 - gennaio 1938
StatoCina
Coordinate32°03′N 118°46′E
Obiettivomilitari e civili
Responsabili Esercito imperiale giapponese
Motivazionesinofobia
Conseguenze
Mortidai 300.000 ai 500.000 uccisi

Il massacro di Nanchino, conosciuto anche come stupro di Nanchino, è stato un insieme di crimini di guerra perpetrati dall'esercito giapponese a Nanchino, all'inizio della seconda guerra sino-giapponese. La città, in quel periodo capitale della Repubblica di Cina, era caduta in mano all'Esercito imperiale giapponese il 13 dicembre 1937 e in circa sei settimane, tra il dicembre 1937 e il gennaio 1938, i soldati giapponesi uccisero circa 300 000 persone.[1]

Durante l'occupazione di Nanchino l'Esercito imperiale giapponese si comportò con tale brutalità che osservatori occidentali dell'alleato tedesco lo definirono "una macchina bestiale"[2]; le truppe nipponiche commisero numerose atrocità, come stupri, saccheggi, incendi e l'uccisione di prigionieri di guerra e civili. Nonostante le uccisioni fossero incominciate con la giustificazione di eliminare soldati cinesi travestiti da civili, si ritiene che un gran numero di innocenti sia stato intenzionalmente identificato come combattente nemico e giustiziato man mano che il massacro cominciava a prendere forma. Tra le vittime accertate, decine di migliaia furono bambini, uccisi per divertimento, e gli stupri di donne e gli omicidi divennero in breve la norma[3].

La condanna del massacro è stata unanime in Cina e ha dato slancio al nazionalismo nel paese. In Giappone, invece, l'opinione pubblica resta palesemente divisa: mentre alcuni commentatori ne parlano riferendosi ai fatti con il termine 'Massacro di Nanchino' (南京大虐殺論争? Nankin daigyakusatsu), altri si servono della più ambigua definizione "Caso di Nanchino" (南京事件?, Nankin jiken). Tale definizione viene anche riferita al diverso incidente di Nanchino, accaduto nel 1927 durante la presa della città da parte dell'Esercito Rivoluzionario Nazionale nel corso della Spedizione del Nord, quando vennero attaccati anche gli stranieri che si trovavano in città. Il massacro del 1937 e il modo in cui viene raccontato nei testi scolastici continua a essere oggetto di polemiche nell'ambito delle relazioni tra Cina e Giappone.

  1. ^ (DE) Tiziano Tussi, Nanchino 1937-1938: La strage dissotterrata, Mimesis, 9 luglio 2020, ISBN 978-88-5519-294-1. URL consultato il 15 settembre 2020.
    «300 mila è la cifra più ripetuta ed è anche quella scritta sul mausoleo a Nanchino, ripresa dai documenti del Tribunale per i crimini di guerra di Nanchino che è una sezione del più ampio Tribunale militare internazionale per l'Estremo Oriente, una sorta di Tribunale di Norimberga per quell'area geografica.»
  2. ^ J. Toland, L'eclissi del Sol Levante, p. 80.
  3. ^ (EN) 11 aprile 2005, Scarred by history: The Rape of Nanjing, BBC News.

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